L'oro sta rifiatando dopo un rally poderoso quest'anno, il più grande da quando i prezzi del metallo hanno iniziato a fluttuare liberamente quasi sei decenni fa. Non si contano più i massimi storici che l'asset ha polverizzato nel 2025. L'ultimo la scorsa settimana a circa
4.400 dollari l'oncia (
grafico prezzo oro). Da quel livello ha poi lasciato sul mercato circa 6 punti percentuali, probabilmente per le prese di profitto degli investitori.
L'oro si è imposto più che mai come
bene rifugio, surclassando in questa veste concorrenti come i titoli di Stato USA, il dollaro americano e nuovi presunti porti sicuri tipo
Bitcoin.
Le tensioni commerciali, le guerre militari e le preoccupazioni per l'economia americana hanno determinato nell'oro una fonte di attrazione irresistibile. Il metallo giallo conserva il suo valore di fronte a ogni intemperia di natura economica e finanziaria, perché figura tra le riserve di tutte le Banche centrali del mondo e non subisce gli effetti inflazionistici.
Tuttavia,
non è un asset redditizio giacché non produce interessi o dividendi, a differenza di obbligazioni e azioni. Detenere oro quindi comporta un
costo opportunità. Il taglio dei tassi di alcune autorità monetarie come la Banca centrale europea e (ora) la
Federal Reserve hanno dato altro carburante al rally del metallo prezioso, facendo diminuire quel costo opportunità.
Oro: va comprato adesso dopo la correzione?
Alla luce di questa serie di feedback positivi sull'oro, la correzione potrebbe essere un'occasione ghiotta per comprare a prezzi più bassi, in particolare per coloro che finora hanno perso il treno. Ma è davvero il caso di rischiare? Gli strategist di Bank of America suggeriscono di "mantenere posizioni lunghe sull’oro per coprirsi dal boom statunitense, dalla bolla dell'intelligenza artificiale, dal rischio di svalutazione del dollaro USA e da una maggiore inflazione dei prezzi degli asset dovuta al put della Fed, al put di Trump e al nuovo put della Generazione Z".
In realtà, ci sono alcuni aspetti da valutare e che inducono a una riflessione, rileva Nir Kaissar, fondatore del gestore patrimoniale Unison Advisors, prima di comprare oro.
In primo luogo, l'oro è un asset volatile. Negli ultimi sei decenni è stato oltre tre volte più volatile delle obbligazioni, assomigliando alle azioni sotto questo profilo. Il punto è che se con una performance dell'8,5% annua ha reso 2,1 punti percentuali in più rispetto alle obbligazioni proprio a causa della sua volatilità aggiuntiva, rispetto alle azioni è stato indietro di 2,3 punti percentuali ma con il 20% di volatilità in più.
Quindi perché non scegliere le azioni? È chiaro che questi numeri si basano su un periodo di 60 anni, ma nel breve le azioni (e anche le obbligazioni) continuano a essere più affidabili. Se l'orizzonte temporale si limita a 10 anni, azioni e bond hanno battuto l'oro per la maggior parte del tempo. La spiegazione risiede nel fatto che il metallo giallo ha spesso lunghe pause, interrotte occasionalmente da rapide esplosioni. Sotto questo aspetto, l'oro assomiglia al Bitcoin.
In secondo luogo, l'oro è spesso acquistato a fronte di paure del mercato, come nella crisi finanziaria del 2008, nel primo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2016, e quando è arrivata la pandemia nel 2020. Il rally però si è sgonfiato allorché le preoccupazioni si sono attenuate.
Infine, molti comprano oro sulle previsioni che il dollaro sia destinato a scendere. Ammesso che il biglietto verde segua il percorso previsto, siamo sicuri che verrà mantenuta la correlazione inversa? Non sempre questo è successo con i grandi cali del dollaro. Dal 1968 si sono verificati tre crolli della valuta americana. Negli anni '70 prima della crisi finanziaria, nel 1985 e nel 1992. Solo nel primo caso, le quotazioni dell'oro sono salite, mentre nelle altre due circostanze sono rimaste piatte.