Il mercato globale dell’olio di soia è uno dei pilastri più importanti dell’agroalimentare mondiale. Questo prodotto, ricavato dalla lavorazione della soia, è presente in milioni di alimenti trasformati, nella ristorazione, nell’industria mangimistica e persino nei biocarburanti. La domanda globale continua a crescere, spinta dall’aumento demografico, dai consumi alimentari dei Paesi emergenti e dalle necessità dell’industria energetica.
Negli ultimi anni, però, il settore ha mostrato anche elementi di forte complessità: da un lato, l’espansione delle superfici coltivate; dall’altro, una crescente attenzione alla sostenibilità, alla deforestazione e alla gestione delle risorse idriche. Come sempre, la produzione mondiale si concentra in pochi grandi attori, affiancati da una serie di Paesi minori che contribuiscono a mantenere un equilibrio nell’offerta globale.
Olio di soia: la classifica dei Paesi produttori
Guardando alla stagione 2024/2025, emerge un quadro molto vario: ci sono giganti agricoli che producono oltre 10 milioni di tonnellate e Paesi più piccoli che contribuiscono con quantità ridotte ma preziose per bilanciare il mercato. Nel complesso sono state prodotte 69,8 milioni di tonnellate di olio di soia, con una variazione annuale di circa 9 punti percentuali. Di seguito, ecco la classifica dei principali Paesi produttori di olio di soia, con la produzione totale stimata e la quota percentuale sul totale globale (dati dell'U.S. Department of Agriculture).
Cina - 20,1 milioni di tonnellate (29%)
La Cina domina nettamente la classifica mondiale. Una parte significativa della produzione deriva dalla sua enorme industria della trasformazione: il Paese importa volumi immensi di semi di soia e li raffina nei propri impianti, tra i più grandi del pianeta. L’olio di soia è utilizzato in modo massiccio nell’alimentazione e nell’industria, e Pechino, con il suo 29% della produzione globale, resta il motore assoluto del mercato. La scala produttiva e la capacità industriale restano senza rivali.
Stati Uniti - 13,26 milioni di tonnellate (19%)
Negli USA l’olio di soia è parte integrante dell’agricoltura e dell’industria americana. Gli Stati del Midwest, cuore della soia mondiale, alimentano impianti di estrazione altamente tecnologici. Una quota crescente della produzione viene destinata al biodiesel e ai carburanti rinnovabili, segmento in fortissima espansione negli ultimi anni. Nonostante la concorrenza di Cina e Brasile, gli Stati Uniti mantengono saldamente il secondo posto, con quasi un quinto della produzione globale.
Brasile - 11,83 milioni di tonnellate (17%)
Il Brasile è il grande colosso agricolo del Sud America e uno dei protagonisti assoluti del mercato della soia. La crescita degli ultimi anni è stata impressionante: nuove aree coltivate, maggiore produttività e un’industria di trasformazione sempre più efficiente. Gran parte dell’olio prodotto prende la via dell’export, in particolare verso l’Asia. Il Paese è ormai una superpotenza del settore, capace di competere direttamente con Stati Uniti e Cina.
Argentina - 8,62 milioni di tonnellate (12%)
L’Argentina è storicamente uno dei principali produttori mondiali di olio di soia, grazie a un settore agroindustriale avanzato e a impianti di trasformazione estremamente efficienti. L’olio argentino è molto apprezzato sui mercati internazionali e rappresenta una voce importante nelle esportazioni del Paese. Tuttavia, la produzione resta sensibile alle condizioni climatiche e alle dinamiche economiche interne, che spesso influenzano la stagione agricola.
Unione Europea - 2,93 milioni di tonnellate (4%)
Nel contesto europeo, l’olio di soia è prodotto principalmente nei grandi impianti di raffinazione di nazioni come Paesi Bassi, Germania e Spagna, che trasformano sia soia importata sia una parte della produzione locale. Pur rappresentando solo il 4% del totale, l’Unione Europea svolge un ruolo importante come attore industriale e regolatore, soprattutto in tema di sostenibilità e standard ambientali. La maggior parte dell’olio viene destinata all’industria alimentare e ai mangimi.
India - 1,98 milioni di tonnellate (3%)
In India, la produzione di olio di soia è fondamentale per l’alimentazione quotidiana. Milioni di famiglie dipendono da questo prodotto, che rappresenta una delle principali fonti di grassi vegetali del Paese. La produzione varia molto, perché dipendente dalle condizioni climatiche e dalle piogge monsoniche. Tuttavia, il settore resta vitale e in costante crescita, supportato da un’industria tessile e alimentare in espansione.
Messico - 1,23 milioni di tonnellate (2%)
Il Messico è un produttore relativamente piccolo, ma il suo ruolo è significativo in America Latina. La produzione è orientata sia al consumo interno sia alle necessità industriali. Le condizioni climatiche variabili e la dipendenza dall’importazione di semi incidono sulla stabilità della produzione, ma il Paese continua a investire in impianti moderni e nella trasformazione.
Russia - 1,12 milioni di tonnellate (2%)
La Russia negli ultimi anni ha incrementato la produzione agricola, puntando anche sulla soia come coltura strategica. L’olio di soia è sempre più utilizzato nell’alimentazione e nella zootecnia, e una parte della produzione viene esportata verso l’Asia. Le regioni dell’Estremo Oriente russo sono diventate poli produttivi in crescita, anche se la capacità industriale è ancora inferiore rispetto ai giganti americani o asiatici.
Egitto - 796.000 tonnellate (1%)
In Egitto la produzione di olio di soia è strettamente legata al fabbisogno alimentare nazionale. Il Paese importa grandi quantità di semi, che vengono trasformati localmente. La produzione, pur modesta, ha un ruolo strategico per la sicurezza alimentare, soprattutto in un mercato interno in espansione.
Paraguay - 589.000 tonnellate (0,84%)
Il Paraguay è uno dei Paesi emergenti della soia sudamericana. Sebbene la produzione di olio non sia elevata, la nazione continua a sviluppare il settore, spinta dalla forte vocazione agricola delle sue regioni centrali e orientali. È un produttore piccolo, ma stabile, parte di un sistema agricolo in evoluzione.