L'avvicendamento alla Casa Bianca tra Joe Biden e Donald Trump sta portando in auge uno dei temi da sempre molto caldi, attinente alle materie prime critiche e alla dipendenza dalla Cina. L'amministrazione Biden si è vantata finora di aver favorito, grazie al supporto governativo, circa 120 miliardi di dollari di investimenti da parte delle aziende nelle batterie per la auto elettriche e nella capacità di produzione di minerali critici.
Secondo la società di ricerca Benchmark Mineral Intelligence, dall'entrata in vigore dell'
Inflation Reduction Act (IRA), nel luglio 2022
sono stati annunciati diciassette nuovi impianti di produzione di batterie negli Stati Uniti, con un aumento della capacità di produzione del 68% fino al 2030.
Trump però ha descritto l'IRA come una "truffa verde", promettendo di abrogarla a gennaio 2025, quando si insedierà ufficialmente come presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, il leader repubblicano intende adottare una linea molto dura riguardo l'importazione dei metalli critici dalle aziende cinesi o comunque da soggetti in qualche modo legati alla Cina. Ma cosa sono quindi queste materie prime critiche e perché sono così importanti? In questa guida scopriremo tutto quello che c'è da conoscere sull'argomento.
Materie prime critiche: cosa sono
Le materie prime critiche sono minerali utilizzati soprattutto nel settore industriale, considerati fondamentali per la transizione energetica, ovvero per promuovere fonti meno inquinanti nella produzione di energia e nelle innovazioni tecnologiche. Si chiamano così per due ragioni: in primis sono indispensabili per l'economia e in secondo luogo perché sono difficili da reperire.
L'importanza economica attiene all'uso che se ne fa e al valore aggiunto fornito ai settori in cui vengono utilizzate. La loro funzione essenziale è quella di produrre soprattutto energia eolica, stoccare l'idrogeno e produrre le batterie. Ma in realtà le materie prime critiche sono fondamentali anche nella costruzione dei dispositivi elettronici, nei chip, nelle funzioni digitali, nei settori della difesa e aerospaziale, e per molte altre utilità.
Sulla difficoltà di reperimento, ciò si collega al rischio di approvvigionamento misurato nell'estrazione e trasformazione. In tale ambito, il rischio può essere ridotto dalla sostituzione e dal riciclaggio. Il problema principale dell'approvvigionamento è legato al fatto che la Cina detiene gran parte della produzione di questi minerali. Sulla base di una ricerca condotta dallo studio Iren-Ambrosetti, Pechino esporta oltre la metà delle materie prime critiche nell'Unione europea.
Quali sono
Secondo l'ultimo rapporto sulle materie prime critiche pubblicato dalla Commissione europea il 23 marzo 2023, in totale esistono 51 minerali critici, di cui 34 sono considerati strategici. Questi ultimi fanno riferimento alle materie prime maggiormente cruciali nell'ambito delle applicazioni green, digitali, della difesa e spaziali. Nel primo rapporto del 2011, le materie prime critiche stimate erano 14. Ecco quali sono oggi sulla base della lista aggiornata, qual è il principale Paese produttore e la sua percentuale di produzione rispetto al totale.