Le quotazioni del caffè Arabica sono balzate al massimo dal 9 luglio a 2.428 dollari la libbra nel mercato delle materie prime di New York. Gli investitori sono preoccupati per le condizioni climatiche di gelo in Brasile - il principale produttore mondiale di caffè - che potrebbero alterare le colture degli agricoltori. Questa settimana è prevista un'altra ondata di freddo, in particolare negli Stati meridionali di Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paranà. Secondo gli esperti, non ci dovrebbero essere molti rischi per le aree di coltivazione del caffè, ma il mercato è rimasto altamente volatile perché i trader stanno osservando con attenzione il tempo per valutare i potenziali danni.
Finora le temperature fredde non sono diminuite abbastanza per danneggiare le colture, non solo del caffè, ma anche di altri prodotti dell'area brasiliana come canna da zucchero e piccoli cereali. Tuttavia, sono bastati gelate seppur minime del Cerrado/Alta Mogiana "per innescare nuovi timori per l'offerta", ha affermato Thiago Cazarini, presidente di Cazarini Trading Co. Il mercato è sempre abbastanza intollerante a quanto accade a livello climatico e non ammette al riguardo cali della produzione, ha avvertito l'esperto.
Caffè: cosa aspettarsi per le quotazioni future
Le condizioni climatiche del Brasile preoccupano non solamente per il gelo, ma anche per il clima secco che minaccia di colpire la produzione il prossimo anno. Tra l'altro, secondo Judith Ganes, presidente di J. Ganes Consulting, se arriva una pioggia prima del gelo si rischia una fioritura prematura che, in caso di assenza di rovesci successivi, potrebbe non durare a lungo. "Sarebbe un attacco contro il potenziale del raccolto brasiliano 2025/26", ha detto in una nota di ricerca.
Il caffè potrebbe quindi continuare il rally, anche perché ci sono almeno altri due fattori in grado di inasprire i prezzi. Il primo fa riferimento agli attacchi degli Houthi alle navi occidentali nel Mar Rosso che portano molte spedizioni a prendere la strada più lunga facendo aumentare i costi di trasporto.
Il secondo attiene alle
nuove normative dell'Unione europea che vietano le importazioni di caffè coltivato in aree deforestate all'inizio del 2025. Ciò rischia di contrarre ulteriormente l'offerta, spingendo le quotazioni ancora più in alto. In verità, il Brasile è stato l'unico Paese a prepararsi per l'attuazione dei nuovi regolamenti di Bruxelles, ricevendo un boom di richieste di fornitura dai torrefattori europei. Tuttavia, il problema altrove rimane.