Mentre il mondo si avvia verso la decarbonizzazione globale, la domanda di gas naturale liquefatto (GNL) crescerà del 50% entro il 2040 e raggiungerà il picco solo dopo quella data. La previsione è stata effettuata da Shell, il più grande produttore mondiale di GNL, nel suo ultimo outlook sul combustibile.
Secondo la major, sarà soprattutto la Cina a contribuire alla crescita del consumo di questa tipologia di gas, a mano a mano che il Paese si stacca sempre più dal carbone. Il GNL emette sempre una certa quantità di anidride carbonica quando viene bruciato, ma non inquina come altri combustibili tipo appunto il carbone.
Stando ai numeri, Shell stima che la domanda di GNL raggiungerà le 625-685 milioni di tonnellate nel 2040, dalle 404 milioni di tonnellate del 2023. La previsione è però al di sotto di quella fatta lo scorso anno dalla stessa compagnia britannica, che aveva pronosticato una domanda di 650-700 milioni di tonnellate entro la fine del prossimo decennio. Dopo un dominio cinese in questo decennio, nel prossimo prevarranno l'Asia meridionale e l'area sud-est della regione dal momento che le centrali elettriche a gas hanno sempre più necessità di carburante, si legge nel rapporto.
Gas naturale: la crisi europea e il dominio della domanda cinese
Il
GNL - che si ottiene dal gas naturale raffreddato a una temperatura di meno 162°C in modo da essere trasportato dalle navi container e poi riportato alle condizioni naturali tramite i rigassificatori una volta giunto a destinazione - ha acquisito un'importanza enorme dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia a febbraio 2022. Da allora, infatti, Mosca ha tagliato le forniture attraverso i gasdotti come forma di ritorsione alle sanzioni inflitte dall'Occidente, innescando in questo modo una
crisi energetica soprattutto in Europa.
I contratti fatti dai Paesi del Vecchio Continente con gli esportatori di GNL come gli Stati Uniti hanno contribuito a sopperire all'insufficienza di forniture di combustibili necessarie per l'elettricità e il riscaldamento. Tuttavia, secondo Shell, "i prezzi e la volatilità sono al di sopra delle medie storiche, limitando la crescita economica, mentre il mercato è ancora strutturalmente teso a causa della riduzione delle forniture russe all'Europa a seguito della guerra in Ucraina e della limitata crescita dell'offerta".
Contestualmente, il rapporto di Shell mostra come la Cina lo scorso anno abbia superato il Giappone nel ruolo di primo importatore mondiale di GNL. Un primato questo che, a giudizio del colosso energetico con sede a Londra, sarà destinato a continuare. "È probabile che la Cina dominerà la crescita della domanda di GNL in questo decennio, poiché la sua industria cerca di ridurre le emissioni di carbonio passando dal carbone al gas", ha dichiarato Steve Hill, vicepresidente esecutivo di Shell Energy. "Con il settore dell'acciaio a base di carbone della Cina che genera più emissioni di quelle totali di Regno Unito, Germania e Turchia messe insieme, il gas ha un ruolo essenziale nell'affrontare una delle maggiori fonti mondiali di emissioni di carbonio e inquinamento atmosferico", ha aggiunto.