Il gas naturale europeo è crollato per il terzo giorno consecutivo alla Borsa di Amsterdam, perdendo oltre il 5%. In questa settimana il combustibile ha lasciato sul mercato oltre il 30% del suo valore, dopo che l'Unione Europea ha preso una posizione netta accingendosi a stabilire un tetto alle quotazioni per abbassare il caro bollette.
A contrastare l'incredibile rally delle quotazioni di quest'anno anche il rapido riempimento dei siti di stoccaggio, che ha contribuito a lenire le preoccupazioni per l'inverno nel caso in cui la Russia dovesse chiudere i rubinetti. La buona notizia è che le scorte hanno raggiunto il target prefissato con circa due mesi di anticipo e questo, per il momento, allontana lo spauracchio di restare senza rifornimenti.
Inoltre, il balzo in area 340 euro a kWh della scorsa settimana ha determinato un rallentamento della domanda, che inevitabilmente ha calmierato i prezzi. Oltre che dal calo delle quotazioni, l'aumento degli stock è stato favorito anche dall'incremento dell'offerta, grazie alle spedizioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti e alle forniture della Norvegia.
Gas naturale: l'UE deve comunque intervenire
La situazione comunque rimane ancora di massima allerta, perché i prezzi del gas sono ancora quadruplicati rispetto allo scorso anno e il costo dell'elettricità è alle stelle. Per questa ragione, le misure che l'Unione Europea dovrà prendere saranno drastiche.
Alcuni Paesi, come Francia e Spagna, hanno già stabilito un price cap, tramite il quale il Governo si fissa una soglia e si accolla la relativa differenza con la quotazione. Nei prossimi giorni l'Italia potrebbe mettere in campo provvedimenti simili, in attesa che l'UE decida unanimemente un prezzo massimo concordato, e valido per tutti, che sarà disposta a pagare alla Russia.
In aggiunta, verrà presentato un piano per l'energia a metà settembre che determini un razionamento dei consumi per questo autunno/inverno (si parla del 15%), in modo da ridurre la domanda e contenere i prezzi.
Per sostenere la riduzione delle bollette, probabilmente a livello europeo saranno anche presi di mira gli extra-profitti delle società energetiche. Tra i Paesi che hanno già introdotto misure di questo tipo c'è l'Italia, anche se gli introiti per il momento sono stati molto inferiori al previsto (meno di 1 miliardo di euro incassato degli oltre 4 miliardi stimati) poiché le società non si sono messe in regola con gli acconti di giugno.
Gas naturale: piegata la resistenza della Germania
I provvedimenti che intende adottare Bruxelles sembra abbiano piegato anche la resistenza della Germania, in particolare sul tema del price cap. Finora Berlino si era mostrata contraria, perché probabilmente temeva qualche forma di perdita di privilegi nella fornitura del gas rispetto agli altri Paesi. Adesso però la situazione si è fatta complicata e proprio la locomotiva d'Europa in questo momento risulta quella che desta maggiori preoccupazioni.
Infatti, da ieri è partita la sospensione per tre giorni dell'attività di Nord Stream, principale porta d'ingresso per il gas in Germania. Alla luce del fatto che il gasdotto già da diverso tempo funziona al 20% della sua capacità, le Autorità tedesche si sono viste costrette a ricorrere a piani di emergenza, prendendo misure drastiche come lo spegnimento dell'acqua calda nelle piscine pubbliche e private, la riduzione dell'illuminazione in strade ed edifici, nonché l'abbassamento dell'aria condizionata.
Se la Russia, come ulteriore ritorsione alle sanzioni subite dall'Occidente, dovesse sospendere definitivamente l'approvvigionamento di gas, la Germania sarebbe quella più danneggiata, visto che al momento la metà del fabbisogno viene coperto dal combustibile russo.
Ovviamente, nemmeno gli altri Paesi possono stare tranquilli, anzi. L'Italia è un altro Stato altamente a rischio (non a caso ci sono forti pressioni per l'attivazione del rigassificatore di Piombino). Tutto questo basterà per passare l'inverno?
Gli esperti in questo tendono a dare rassicurazioni, ma ciò non toglie che i cittadini europei dovranno incorrere in qualche sacrificio, anche doloroso. Ad ogni modo, la questione prioritaria è che in questo momento famiglie e imprese si dimenano tra le sabbie mobili del caro bolletta. E ciò basta perché qualsiasi decisione dell'UE non venga rinviata.