Vladimir Putin ricattava l'Europa già dallo scorso anno e la sua posizione non è oggi così forte come vuol far credere. È quanto ha affermato
George Soros in una lettera rivolta al Presidente del Consiglio italiano,
Mario Draghi, nella quale attacca il Premier russo senza usare mezzi termini. Secondo il guru della finanza mondiale, la carenza di fornitura e l'innalzamento dei prezzi del gas naturale sono derivati dal fatto che
la Russia ha riempito i magazzini piuttosto che rifornire l'Europa.
Tuttavia, il Vecchio Continente ha una leva importante contro Putin, che consiste nel fatto che per il Cremlino rappresenta il mercato più importante, quindi Mosca ha bisogno delle entrate del gas provenienti dall'Europa per sostenere la sua economia. Attualmente i 27 Paesi dell'Unione ricevono circa il 40% delle forniture di gas dalla Russia, il che rende molto difficile interrompere bruscamente l'import.
Allo stesso modo, però, senza gli acquisti europei la Siberia rischia di dover chiudere 12 mila pozzi, ha affermato Soros. E inoltre, aggiunge, una volta chiusi è poi difficile riaprirli visto il vecchiume delle apparecchiature. L'Europa quindi ha ancora potere contrattuale, secondo Soros, ma dovrebbe attrezzarsi prima per sopportare meglio un'eventuale interruzione. Ad esempio sarebbe il caso di imporre tasse pesanti sulle importazioni.
Russia: finirà il gioco di Putin?
Bruxelles sta discutendo da diverse settimane se imporre o meno l'embargo sui combustibili fossili ma, mentre per quanto riguarda petrolio e carbone la cosa è più sopportabile, il gas invece rappresenta un bene troppo prezioso per poterne fare a meno, data la dipendenza. Dall'altro lato l'UE sta correndo il rischio che Putin attui le stesse misure adottate nei confronti di Finlandia, Bulgaria e Polonia, che si sono rifiutate di pagare il gas in rubli.
In particolare, le ritorsioni nei confronti della Finlandia vanno al di là del quadro generale in cui la Russia considera questi Paesi ostili. Helsinki più che altro sta pagando la sua richiesta di adesione alla NATO, sulla quale Putin si oppone con tutte le forze.
La lettera di Soros ridà lustro all'Europa smascherando in un certo senso il gioco del capo del Cremlino. Sul contenuto della missiva concorda Leon Izbicki, di Energy Aspect, secondo cui lo scorso inverno la Russia ha accumulato 72,6 miliardi di metri cubi di gas e ha come obiettivo uno stoccaggio sotterraneo di 72,7 miliardi per l'inverno prossimo. L'esperto ha aggiunto che la Russia non è flessibile nel dirottare il gas dall'Europa all'Asia, perché mancano le infrastrutture per farlo.
I flussi nei confronti dell'Europa comunque si ridurranno notevolmente in confronto al 2021, sia a causa del blocco nei Paesi su citati, sia per la presenza di maggiori alternative, come il rifornimento di GNL dagli Stati Uniti. Izbicki ha stimato che, dai 141 miliardi di metri cubi provenienti da Mosca lo scorso anno, in Europa ne arriveranno circa 98 miliardi.