La Germania ha messo in campo una mossa che con ogni probabilità avrà ripercussioni nei rapporti con la Russia mettendo in amministrazione fiduciaria dell'Agenzia federale per le reti la Rosneft Deutschland, filiale tedesca del colosso petrolifero russo Rosneft. In questo modo, la raffineria PCK di Schwedt, che attualmente è un fornitore essenziale per la Germania, passerà sotto il controllo del regolatore federale.
In un comunicato del Ministero dell'Economia tedesco viene rilevato che "con l'amministrazione fiduciaria si contrasta la minaccia alla sicurezza energetica e si pone una pietra miliare per la conservazione e il futuro del sito di Schwedt". Inoltre, ha aggiunto la nota, "la manovra di oggi include anche un pacchetto completo volto a garantire che il petrolio possa essere fornito a Schwedt attraverso vie alternative". L'Agenzia federale per le reti ha riferito che il vecchio proprietario non era più nelle condizioni di poter esercitare alcuna autorità sulla compagnia.
Ancora non si sa chi potrebbe rimpiazzare Rosneft come operatore della raffineria di Schwedt. In lizza vi potrebbe essere Shell, che ha una quota del 37%, ma che aveva già espresso l'intenzione di volersi ritirare dall'azienda. Rimangono per ora due società attive nel settore delle energie rinnovabili, ossia Verbio ed Enertrag, che avevano rilasciato una manifestazione di interesse.
L'importanza di Schwedt e i problemi di rifornimento
Rosneft Deutschland è il terzo più grande raffinatore di petrolio della Germania, con circa 90 milioni di barili di greggio all'anno gestiti. Almeno il 50% di quei barili viene lavorato da Schwedt e proviene dal colossale oleodotto russo Druzhba. Tali flussi non possono essere sostituiti facilmente, per questo per la locomotiva tedesca sarà una sfida di non poco conto.
Attualmente vi sono due gasdotti che consentirebbero di raggiungere Schwedt e Leuna, altra raffineria tedesca molto importante: uno attraverso il porto polacco di Danzica e un altro da Rostock sulla costa tedesca del Mar Baltico. Tuttavia, rimarrebbe sempre un deficit di 180 mila barili al giorno per le due raffinerie.
La situazione è complicata perché la linea Rostock non è in grado di coprire il fabbisogno. Secondo il Ministero dell'Economia tedesco, al più il gasdotto potrebbe soddisfare metà della richiesta. L'opzione Danzica richiede l'appoggio del Governo polacco, che era stato escluso fintanto che Rosneft deteneva la maggioranza nella raffineria. Adesso vi è l'amministrazione fiduciaria, ma non è la soluzione che la Polonia chiedeva in quanto il gigante russo rimane ancora un azionista.
Cosa bisogna aspettarsi adesso da Putin?
La Germania comunque si sta adoperando in tutti i modi per cercare di smarcarsi dalla dipendenza di Mosca sul fronte energetico. Il controllo di Rosneft Deutschland è l'ultima di una serie di azioni. Ad aprile, ad esempio, Sefe, ex-Gazprom Germania, è passata anch'essa sotto amministrazione fiduciaria.
Nell'ambito di un piano da 65 miliardi di euro, questa settimana il Governo ha annunciato un aumento dei prestiti alle imprese del settore energetico che rischiano il default per via dell'aumento dei prezzi del gas. E giusto ieri, è venuta fuori la notizia che lo Stato potrebbe aumentare fino a oltre il 50% la quota di partecipazione nel gigante energetico Uniper SE, non escludendo la nazionalizzazione completa, per risollevare l'azienda dalle sabbie mobili.
Con l'ultima operazione, ci sarà da attendersi una ritorsione da parte della Russia, che ha già chiuso le forniture dal gasdotto principale, Nord Stream 1. Quale sarà la prossima mossa di Putin? PCK, che gestisce Schwedt, ha detto di essere preparato al fatto che la Russia frenerà i flussi in segno di rappresaglia. E' un'ipotesi talmente probabile da apparire quasi scontata. La cosa certa è che questa guerra commerciale sta sfibrando letteralmente interi popoli.