Tra i tanti effetti che i dazi stabiliti dal presidente USA Donald Trump possono produrre vanno assolutamente considerati quelli sul caffè, un alimento che negli ultimi tempi ha visto i prezzi lievitare negli Stati Uniti. Uno dei maggiori fornitori per gli USA è il Vietnam, principale produttore mondiale della qualità robusta. Questa varietà è usata molto negli Stati Uniti nelle bevande istantanee e negli espressi. Il Paese asiatico è stato colpito da dazi reciproci del 46%, un salasso che potrebbe spingere ancora più in alto i prezzi del caffè.
Come rappresaglia, il Vietnam potrebbe attuare una stretta all'offerta, considerando anche che la sua varietà è esportata molto in altri Paesi del mondo, specialmente nell'Unione europea. Ci sarebbe da valutare quanto questa mossa sarebbe conveniente, visto che gli Stati Uniti sono uno dei principali partner commerciali della nazione asiatica, ma ciò non toglie che una guerra commerciale anche lieve potrebbe avere impatti notevoli sulle quotazioni della materia prima.
L'approvvigionamento del caffè ha già subito una forte contrazione nell'ultimo anno a causa delle pessime condizioni meteorologiche in Vietnam che hanno devastato le piantagioni e distrutto il raccolto. I dazi potrebbero essere un ulteriore vento contrario che crea squilibri di mercato e alterazioni dei prezzi.
Caffè: ecco un'alternativa per gli USA agli aumenti dei prezzi
L'inflazione del caffè robusta sarebbe complicata da contenere per gli Stati Uniti. Un'alternativa potrebbe essere quella di affidarsi maggiormente alla varietà arabica, prodotta principalmente in Brasile. Il più grande Paese sudamericano è stato colpito dalla tariffa base del 10% sulle esportazioni e quindi l'impatto sui prezzi dell'arabica dovrebbe essere più limitato.
Questa opzione "è più attraente", ha affermato Steve Wateridge, responsabile della ricerca presso la società di analii TRS (Tropical Research Services). "Il fatto che tutti i principali produttori di arabica sembrino avere un'aliquota tariffaria del 10%, mentre quella di Vietnam e Indonesia è molto più alta, potrebbe comportare un cambiamento nel flusso in quanto c'è un incentivo a utilizzare più arabica o conilon brasiliano".
Priyanka Sachdeva, analista di mercato senior presso il broker Phillip Nova Pte a Singapore, invece considera questa strada poco praticabile, in quanto la robusta è fondamentale per il caffè istantaneo. "Sebbene alcuni importatori possano cercare di aumentare gli acquisti da Brasile, Indonesia e Costa d'Avorio, questi Paesi non possono sostituire completamente l'alto volume e la qualità costante del Vietnam", ha detto Sachdeva.
"E alcuni di loro sono stati colpiti anche da tariffe elevate", ha aggiunto. Ne consegue che i dazi USA "renderanno ancora più difficile per gli acquirenti statunitensi assicurarsi una robusta a prezzi accessibili, portando a potenziali carenze e quotazioni più alte". Tra l'altro, "le tariffe probabilmente aumenteranno la volatilità del mercato del caffè e potrebbero esacerbare l'attuale scarsità dell'offerta", ha aggiunto.
Nguyen Nam Hai, presidente della Vietnam Coffee and Cocoa Association, si è detto "sbalordito" nel vedere un'aliquota fiscale così alta contro la nazione. "Tutti sono preoccupati, soprattutto per i contratti di esportazione già firmati", ha affermato.