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I prezzi del mais hanno beneficiato della prospettiva di un incremento delle importazioni da parte della Cina. Vediamo l'analisi tecnica sul future della materia prima
Dalla seconda metà di agosto, i prezzi del future sul mais sono riusciti a rialzare la testa mettendo a segno un rimbalzo. Un ruolo di fondamentale importanza per l’andamento dei prezzi della materia prima è la Cina. Le sue campagne sono state vessate da tre tifoni che hanno rovinato il raccolto in un contesto in cui la domanda della derrata agricola per mangimi di maiali e polli incrementa e le Province Nord-Orientali hanno ridotto la produzione a causa per la crescita dell’industria locali.
Con le riserve statali in diminuzione, i prezzi del mais a livello locale hanno raggiunto i livelli più alti da 5 anni e il Dragone deve quindi guardare oltre i suoi confini. L’ex Impero Celesto importa da USA e Ucraina già 10 milioni di tonnellate, quota che potrebbe raddoppiare se le quotazioni restassero competitive.
Se ciò dovesse accadere, la Cina diventerebbe il più grande importatore al mondo di mais. Più acquisti permetterebbero anche al Paese di avvicinare gli obiettivi dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti, ma vi sono analisti che sostengono come la seconda economia avrebbe la possibilità di diventare cronicamente dipendente dall’import.
Future mais: analisi tecnica e strategie operative
Nelle scorse sedute le quotazioni del future sul mais hanno fornito un segnale decisamente positivo effettuando la violazione della linea di tendenza che unisce i massimi del 14 luglio 2019 a quelli del 4 marzo 2020. I corsi, sostenuti anche dalla trendline disegnata con i lows del 21 e 29 aprile 2020, sembrano ora diretti all’area compresa tra i 372 e i 380 dollari, dove passano il livello orizzontale espresso dai massimi del 28 agosto 2019 e quello dinamico che collega i minimi del 13 maggio e 6 settembre 2019.
Se questa fascia di ostacoli venisse violata, i compratori avrebbero la strada spianata per raggiungere l’intorno psicologico dei 400 dollari. Considerando anche la tendenza ribassista che resta ancora valida, un raggiungimento dei 275 dollari potrebbe essere sfruttato per valutare una strategia di natura short in modo tale da cercare di intercettare una potenziale correzione. In questo senso, lo stop loss sarebbe localizzato a 390,7 dollari, mentre l’obiettivo a 355 dollari.