Il rally dell'
S&P 500 quest'anno ha portato a una crescita dell'indice di oltre il 18% in quota 4.550 punti, facendo aumentare le attese che nel 2023 il benchmark possa raggiungere il suo
record storico, fissato a gennaio 2022 a circa 4.800 punti.
Da allora, il paniere dei 500 titoli più capitalizzati di Wall Street ha subito una parabola discendente perché la
Federal Reserve ha iniziato il ciclo dei rialzi dei tassi d'interesse. Da ottobre dello scorso anno però le cose sono cambiate, con il rallentamento dell'inflazione e quindi l'incremento delle aspettative di inversione della politica monetaria della Banca centrale. A questo si è aggiunto il
boom dell'intelligenza artificiale, che ha galvanizzato le azioni tecnologiche.
Wall Street: ecco perché l'S&P 500 può salire ancora
Ora si tratta di capire fin dove realmente può spingersi il principale indice azionario statunitense. Un aspetto deve far accendere una spia, ossia i multipli relativamente elevati. Il benchmark scambia a 19 volte gli utili attesi per i prossimi 12 mesi, un livello ben più alto rispetto alle 15 volte di quando è partito il rally ad ottobre. Questo suggerisce che le quotazioni azionarie potrebbero adeguarsi per portare il rapporto price/earnings in linea con la media degli ultimi anni.
In realtà, vi è da fare una considerazione sugli utili attesi, la componente che costituisce il denominatore del parametro. I tassi d'interesse saranno destinati a scendere nel prossimo futuro, soprattutto se arriverà la tanto paventata recessione negli Stati Uniti. Questo farà abbassare i rendimenti sul mercato, producendo un effetto economico e uno finanziario.
Riguardo quello economico, le aziende e le famiglie si finanzieranno maggiormente aumentando gli investimenti e i consumi. Di conseguenza, l'economia verrà messa in moto e le aziende probabilmente vedranno una crescita degli utili. Ciò porterà ad alzare le stime dei guadagni futuri e quindi a ridurre il rapporto tra prezzo delle azioni e utili attesi. In altri termini, non è detto che i multipli debbano ridursi necessariamente perché scendono le azioni, ma possono farlo benissimo anche perché salgono gli utili previsti. Ma se questi ultimi aumentano, cresce anche la tendenza degli investitori a comprare le azioni in Borsa, tenendo i multipli ai livelli attuali o più alti.
Con riferimento all'effetto finanziario, la diminuzione dei rendimenti sul mercato allontana gli investitori dal reddito fisso e li dirige verso le azioni, perchè gli operatori sono costantemente alla ricerca di ritorni più gratificanti. Attualmente i rendimenti dei Treasury Bond a 10 anni viaggiano intorno al 3,85%; se dovessero ridursi fino al 3% - una cifra ragionevole con il costo del denaro in calo - i multipli dell'S&P 500 potrebbero non essere molto distanti dai valori attuali. L'ultima volta infatti che si sono visti rendimenti decennali tali dei titoli di Stato americani era agosto 2022 e l'indice veniva scambiato a poco meno di 18 volte i guadagni attesi.
Sulla base dei segnali dati dall'indicatore di momentum, gli analisti di Société Générale sono convinti che "la mania per le azioni dovrà crescere ulteriormente". Pertanto, fissano l'obiettivo dell'S&P 500 per fine anno a 4.750 punti.