Nell'ultima settimana il dollaro USA ha fatto registrare il
rialzo maggiore dal mese di febbraio: il Dollar Index in cinque sedute ha guadagnato 1,4 punti percentuali smentendo chi ne aveva decretato la fine anticipata. Grazie ad una
Federal Reserve che ha alzato i tassi con un'aggressività che non si vedeva da 40 anni, la moneta americana è stata
la grande protagonista del 2022.
Il processo di rafforzamento del dollaro USA ha iniziato a perdere colpi nell'ultimo trimestre dello scorso anno, quando la crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è rallentata e il mercato ha scontato le aspettative di una Fed più accomodante. L'arrivo della crisi bancaria nel 2023 ha incrementato l'attesa di una recessione e avvalorato l'ipotesi di un taglio del costo del denaro prima della fine del 2023 da parte dell'istituto guidato da
Jerome Powell. L'ultima riunione della Fed ha sancito una pausa nell'aumento dei tassi, che potrebbe essere permanente nel caso in cui l'inflazione dovesse continuare a raffreddarsi. Tutto questo, nelle scorse settimane, ha finito per indebolire il biglietto verde.
Dollaro USA: ecco perché sta salendo
Gli analisti fino a qualche settimana fa scartavano l'ipotesi di un ritorno di fiamma per il dollaro USA, ma lo sprint di quest'ultima settimana leva parecchie certezze. Le motivazioni possono essere diverse.
Una potrebbe essere rappresentata dai dati sull'occupazione diffusi venerdì 5 maggio, che hanno messo in risalto un mercato del lavoro in grande salute. Ciò ha un significato importante, perché proprio il numero di occupati è uno dei parametri più importanti seguiti dalla Fed nelle scelte di politica monetaria. Finora l'autorità a stelle e strisce ha sempre affermato che il rischio di nuove spirali inflazionistiche potrebbe venire proprio dal mondo del lavoro, nel senso che una grande domanda spinge in alto i salari, quindi i consumi, facendo crescere i prezzi. Se il mercato del lavoro è molto caldo è difficile che la Banca centrale possa invertire la politica monetaria restrittiva tenuta finora. Questo sicuramente gioca a favore del dollaro USA, che si rafforza con tassi più alti perché rende di più.
Ma la forza settimanale del biglietto verde è inoltre riconducibile alla sua
funzione di bene rifugio. L'America è con il fiato sospeso a causa delle trattative per l'innalzamento del tetto al debito. Il segretario al Tesoro USA
Janet Yellen ha avvertito che se entro il 1° giugno il Congresso non dovesse trovare un accordo per l'innalzamento o al limite la sospensione, il Paese rischia la catastrofe. In altri termini, gli Stati Uniti non sarebbero più in grado di ripagare il debito in scadenza, i titoli di Stato crollerebbero sui mercati obbligazionari e gli altri mercati andrebbero nel caos più assoluto. Quando le turbolenze si estendono al di là dei mercati finanziari e abbracciano aspetti di natura politica ed economica, gli investitori tendono a rifugiarsi nel dollaro, da sempre considerato come un porto sicuro.
Dollaro USA: le aspettative per i prossimi mesi
Ora cosa bisogna aspettarsi? In linea generale il dollaro dovrebbe continuare a scendere, ma Adam Cole, Chief currency strategist di RBC Capital Markets, non è d'accordo. "Non siamo convinti che questa sia una tendenza sostenibile. Avremo periodi in cui il dollaro andrà bene e altri in cui il dollaro andrà male", ha affermato. Anche Carl Hammer, n.1 per gli strategist della banca europea SEB è sulla stessa linea e rivaluta il biglietto verde nella veste di bene rifugio. "Stiamo entrando in uno stato più difensivo in generale", ha dichiarato.