Con la seduta di oggi, la Borsa di Hong Kong è entrata in territorio ribassista. Con un minimo di sessione a 18.046, l'indice Hang Seng è precipitato di oltre 20 punti percentuali dal suo massimo di chiusura annuale di 22.688,9 del 27 gennaio. Ad aver pesato sulla scarsa performance odierna sono state le vendite sui grandi titoli tecnologici come Meituan, Alibaba, JD.com e Baidu. Il calo è particolarmente significativo in momento in cui a livello globale gli investitori sono tornati a puntare sulla tecnologia grazie alla grande spinta dell'intelligenza artificiale. In mercato ribassista è entrato anche l'indice Hang Seng China Enterprises - che misura la performance delle 50 società della Cina continentale più grandi e liquide quotate a Hong Kong - arretrato di oltre il 21% dalle vette di quattro mesi fa.
Borsa di Hong Kong: cosa spiega il mercato ribassita
Per capire cosa stia succedendo nelle Borse cinesi bisogna dare uno sguardo all'economia del Dragone. I dati di questa notte sull'indice dei direttori di acquisto dell'attività manifatturiera rappresentano un vero segnale d'allarme. La lettura riporta che il dato che misura l'andamento dell'attività industriale si è attestato a 48,8, ben al di sotto della soglia di 50 punti che separa l'espansione dalla contrazione, ma soprattutto inferiore alle attese degli analisti, fissate a 49,4. L'economia cinese insomma non decolla, deludendo le aspettative di coloro che avevano previsto un grande rimbalzo a seguito della riapertura delle attività dopo il blocco Covid del 2022.
In una nota di oggi, gli economisti di Citigroup hanno parlato di segnali di stanchezza dopo l'impulso iniziale della riapertura. "La domanda insufficiente potrebbe essere la principale preoccupazione ora, e ci sono cause sia cicliche che strutturali per questo", hanno scritto, aggiungendo che "la spinta iniziale al settore dei servizi dalla riapertura potrebbe svanire".
Ora gli esperti della banca americana ritengono che
la People's Bank of China interverrà con misure di stimolo all'economia, quali il taglio di 20 punti base dei tassi sulle operazioni di prestito a medio termine, nonché la riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base entro la fine dell'anno. "Riteniamo che l'economia cinese potrebbe essere sull'orlo di una trappola della fiducia che si autoavvera e crediamo che siano necessarie azioni politiche decisive. Potrebbe esserci spazio limitato per l'allentamento fiscale dal bilancio e ci aspettiamo sforzi di allentamento strutturale con maggiori sforzi da parte del governo centrale e strumenti quasi-fiscali attraverso le banche politiche", hanno scritto.
Azioni cinesi: gli investitori sono in fuga
Tra gli investitori serpeggia un certo pessimismo sulle azioni cinesi e i fondi globali stanno battendo in ritirata (venditori netti per il secondo mese consecutivo). "La riapertura del commercio è finita e ora puoi davvero sentire la divergenza", ha detto Patrick Wu, co-responsabile del trading per l'Asia-Pacifico e il Medio Oriente presso Credit Agricole CIB.
Yang Zhiyong, Direttore esecutivo di Beijing Gemchart Asset Management Co, ritiene che "la debolezza è attesa da mesi, quindi i dati sono solo un'altra ragione per cui il mercato è in difficoltà. Ci sono stati molti impegni a sostegno dell'economia all'inizio dell'anno, ma nulla di tutto ciò si sta concretizzando".