C’è un mercato azionario emergente che nell’ultimo anno ha fatto meglio, non solo dell’indice generico che raggruppa i principali paesi in via di sviluppo, ma anche dell’intero azionario mondiale. Sto parlando della borsa messicana.
Negli ultimi 12 mesi la borsa del Messico ha stupito. Con una performance in crescita del 20% l’indice Msci Mexico ha unito l’apprezzamento del peso messicano a quello dei prezzi delle azioni locali. Ha stupito perché l’azionario emergente preso nel suo complesso ha perso circa il 3%, quello globale ha guadagnato il 6%.
E il Messico ha fatto decisamente meglio di altri concorrenti emergenti come Sudafrica, Brasile, Cina e India tutti in negativo. La performance della borsa messicana a 3 anni supera il 120%.
Borsa Messicana: le ragioni del successo
Il merito di questo exploit è da accreditare alla decisione americana di adottare la politica del “nearshoring”, ovvero spostare la catena di fornitura della produzione americana vicino ai confini lasciando quel continente asiatico ricco di insidie politiche e di incertezza circa la capacità di assicurare una continuità nel tempo delle forniture destinate al ricco mercato statunitense. Ma non solo.
Nel 2022 gli investimenti esteri nel paese messicano sono cresciuti a dismisura con il 44% di questi assorbiti dal settore automotive. Tesla ad esempio aprirà un nuovo stabilimento a Monterrey. Ma anche gli investitori asiatici sono molto attivi, proprio per sfruttare la vicinanza con il consumatore americano. Ben 16 nuovi parchi industriali sul suolo messicano hanno padroni cinesi, coreani e giapponesi. Il fatto di essere un mercato ben più aperto e regolamentato di quello cinese combinato alla revisione dell’ex Nafta come trattato di libero scambio in Nord America, sta rendendo il Messico un paese molto interessante per gli investitori di tutto il mondo.
Come investire nella Borsa Messicana
L’ETF più capitalizzato quotato in Italia è quello di Xtrackers. Può vantare masse gestite per oltre 100 milioni di euro ma soprattutto una storia molto lunga che ci permette di vedere come finalmente l’indice Msci Mexico convertito in euro sia riuscito a scavalcare i massimi storici di 10 anni fa.
L’era Trump e il ribasso causato dal Covid avevano messo a dura prova borsa e valuta, ma dal 2020 in avanti il recupero è stato spettacolare.
A replica fisica diretta, l’ETF di DWS Xtrackers per un costo annuale dello 0,65% assicura un’esposizione alla borsa messicana seppur con un evidente difetto di concentrazione. Msci Mexico è infatti rappresentato da soli 24 titoli. I primi quattro sono tutti sopra al 10% di peso con America Movil addirittura al 16%. Beni di prima necessità è il settore dominante con il 35% di peso seguito dai servizi alla comunicazione di cui America Movil è praticamente l’unico membro.
Per chi segue il fattore momentum non sembrano esserci molti dubbi circa il fatto che nel mondo emergente il Messico sta rappresentando un mercato molto interessante sul quale continuare a scommettere in prospettiva deglobabilizzazione dal mondo asiatico.