Uno dei settori migliori del 2025 a livello globale è quello degli industriali.
Poco sexy, meno affascinante rispetto alla tecnologia, meno intrigante rispetto al settore finanziario, meno solido rispetto alle utilities e i farmaceutici quanto a cash flow, eppure il settore industriale zitto zitto dai tempi del Covid in avanti ha cambiato passo e con un trend rialzista costante e senza strappi ha ritoccato i suoi massimi storici trimestre dopo trimestre. Recuperando in pieno anche la grana dei dazi commerciali di Trump che sembrano già alle spalle.
Se il settore industriale fa meglio dell’indice globale generalista e della tecnologia a un anno, è ancora in ritardo rispetto al tech a distanza di 5 anni di oltre 30 punti percentuali, mentre fa meglio del mercato nel suo complesso di circa 10 punti percentuali.
ETF: puntare sulla difesa con gli industriali
Indice di Msci replicato da ETF di Xtrackers e SPDR Msci World Industrials e che si compone di oltre 250 società prevalentemente locate negli States (55%) e poi Giappone (11%), Francia, Germania e UK con percentuali tra il 5% e il 7%.
Per chi cerca un settore dove c’è un overweight sul settore difesa, indubbiamente troverà negli industriali globali pane per i propri denti. Oltre il 20% del portafoglio è infatti composto dal settore aerospazio e difesa, seguito da aziende operative nel settore delle macchine industriali (16%) e del settore elettrico (11%).
Tra le singole società, pur essendo molto diversificato, l’ETF vede al primo posto una vecchia conoscenza tra le big large cap americane come General Electric (con il 3%), seguita da RTX, Siemens e Caterpillar. Anche Boeing e Schneider Electric sono nomi conosciuti dagli investitori italiani e che occupano la top ten.

Le valutazioni del settore industriale non lo fanno entrare tra i cosiddetti value, il rapporto prezzo utili di 22 e quello prezzo valore di libro di quasi 4, ma quella che mi sembra interessante segnalare è l’evoluzione grafica dell’ETF che dimostra la vitalità a partire dal Covid in avanti.
Dal minimo del 2020 la sequenza di massimi e minimi crescenti ha permesso all’ETF di più che raddoppiare il suo valore con la fine del 2024 e l’inizio del 2025 che avevano permesso di formalizzare un massimo storico ora di nuovo sotto pressione essendo stata recuperata completamente l’emorragia post Liberation Day.
Possibile che adesso l’ETF viva una fase più laterale per consolidare i guadagni in attesa di una definitiva ripartenza che permetterebbe al caro vecchio (ma solido) settore industriale di continuare un bull market che ha reso il comparto più redditizio dell’intero mercato azionario mondiale.