Il mercato obbligazionario si avvia a chiudere l’anno in territorio positivo se lo consideriamo nel senso più aggregato del termine. Nulla di trascendentale, ma comunque un tentativo di recupero dopo la debacle del 2022.
Utilizzando ad esempio indici Global Aggregate (ovvero indice che investono in titoli di Stato e titoli obbligazionari corporate investment grade), il 2022 è andato in archivio con un rotondo quanto drammatico -15%. Un ribasso senza precedenti, innescato dal combinato bassi rendimenti a scadenza di partenza e lunghe duration degli indici sottostanti.
La regola dice che un incremento di 1 punto percentuale nei rendimenti corrisponde a un ribasso nei prezzi all’incirca misurabile nella duration del portafoglio. Considerando che i tassi sono passati in America dal 1% al 5% e in Germania da sottozero al 3%, le conseguenze sotto gli occhi di tutti erano facilmente prevedibili su prodotti con duration che nelle versioni più generaliste raggiungevano anche gli 8-9 anni.
Mercato obbligazionario: la ragione che ha spinto al rialzo i prezzi
Oggi la duration di un ETF rappresentativo del comporto obbligazionario globale aggregate a cambio coperto, come X Trackers Global Aggregate eur hedged (XBAE il suo ticker), è di 6,5. Questo numero significa che un nuovo rialzo nei rendimenti di mercato di un punto (nell’ultima scheda disponibile lo yield to maturity dell’ETF è di 4,5%), provocherebbe un ribasso nei prezzi di circa il 6,5%. All’opposto una compressione dei rendimenti di mercato in egual misura si tradurrebbe in un guadagno immediato del 6,5%.
Ecco spiegato il motivo per cui nelle ultime settimane c’è stato una ripresa nei prezzi di questi ETF come possiamo vedere a livello grafico.
Le divergenze tra oscillatori e prezzi sono in via di risoluzione ripulendo il mercato dagli eccessi, ma siccome a livello settimanale non siamo lontanissimi dall’ipercomprato (per convenzione un indicatore RSI sopra a 70), il rimbalzo attuale è da interpretare come un movimento di aggiustamento all’interno di un neonato processo di rialzo dei rendimenti obbligazionari.
L’ETF è ormai ritornato (ricordo che questo è in versione eur hedged) a ridosso di quei massimi di prezzo che per tutto il 2023 ne hanno arginato il rialzo. Gli analisti tecnici individuerebbero nella figura un potenziale doppio minimo oltre il quale si aprirebbero potenzialità di guadagno nell’ordine di un ulteriore 5-6%. Questa è la misura che al momento considero la massima rivalutazione possibile nell’immediato, con mercati che stanno scontando con eccessiva enfasi banche centrali più morbide nel corso del 2024.
Negli ultimi 12 mesi, coprire o meno il rischio di cambio sui prodotti obbligazionari non ha prodotto sostanziali vantaggi. La violenta discesa del 2022 potrebbe rappresentare una interessante opportunità per investitori con orizzonti temporali superiori alle duration incorporate negli ETF, senza dimenticare però che il corrente bear market dei bond non è ancora giunto al termine. E quindi nuovi ribassi sono da mettere in conto come è tipico delle fasi post sbornia come questa.
Il mercato cerca maggiore visibilità su inflazione e crescita dei prossimi anni e questi sono gli elementi che determineranno la direzionalità degli strumenti obbligazionari ad elevata duration anche per i prossimi mesi.