Esiste un mercato azionario dove coprire il rischio di cambio è una scelta vincente nel breve e nel lungo periodo. Questo luogo si chiama Giappone. La copertura del rischio di cambio è una prassi solitamente applicata nel mondo obbligazionario per “congelare” un certo rendimento su un’obbligazione diversa da quella nazionale. Lo scopo è evitare che il movimento dei cambi possa rendere instabile questa performance.
Meno praticato nel mondo azionario, il cosiddetto "hedging" di una valuta, trova spazio in molti ETF che investono a livello globale e americano in particolare. Il dollaro è la valuta naturalmente più “coperta”, ma i costi di copertura spesso invitano a desistere da questo tipo di attività dove la volatilità dei rendimenti (e la loro misura) sono decisamente superiori rispetto al mercato dei bond.
Esiste però una piazza azionaria dove la copertura appare come un passaggio obbligato per garantirsi maggiori rendimenti.
Investire in Giappone: è necessario coprirsi dal rischio di cambio
Gli ETF che investono nell’indice Msci Japan negli ultimi 5 anni hanno visto un dominio della versione "Eur hedged". iShares Msci Japan eur hedged vanta gli stessi volumi di capitalizzazione del fratello iShares Msci Japan (oltre 700 milioni di euro), ma una performance che supera l'80% contro il 40% dell’ETF a cambio aperto.
Alla base di questo un fattore opposto a quello che si vede sul dollaro americano. Coprire lo yen, essendo i rendimenti giapponesi più bassi di quelli americani ed europei, offre un premio e non richiede un costo. Un differenziale tassi, ad esempio, del 4% si traduce in un analogo premio di copertura per ogni anno che passa. Rendimento che entra nelle tasche dell’investitore.
A questo si aggiunge anche il senso che ha per un possessore di azioni giapponesi coprire il rischio cambio di una divisa ormai da anni in costante svalutazione, penalizzata da rendimenti molto modesti che non catturano l’appeal degli investitori. Inoltre, il Giappone è un paese dedito all’export con un imponente debito pubblico. La valuta da sempre serve come valvola di sfogo per aumentare la competitività delle merci locali.
La profondità storica di questi due ETF ci permette di tornare al 2010 e verificare cosa è successo scegliendo la versione a cambio aperto oppure quella a cambio scoperto. Lo “spread” è impressionante, quasi 70% di rendimento aggiuntivo solo per aver evitato lo yen (213% per iShares Msci Japan eur hedged e 147% per iShares Msci Japan – dati al 7 gennaio 2024).
A un rendimento annuo composto del 25% contro il 9% dell’investimento a valuta aperta si affianca anche il vantaggio di una volatilità dei rendimenti ovviamente inferiore per la versione a cambio coperto (14% vs 17%).
Una realtà provata dalla storia degli ultimi 13 anni. Quando si decide di investire sul Giappone è sempre meglio coprire il rischio cambio, almeno fino a quando il mercato riconoscerà un premio all’investitore che farà questa scelta.