Dove investire? Una domanda che sempre più investitori si pongono in questa fase storica, caratterizzata dal cambio dei paradigmi classici nei consumi e negli stili di vita dei consumatori. Ecco dunque che mentre emergono nuovi temi su cui puntare, altri invece vengono eclissati altri in questa fase di dirompente rialzo sul mercato.
Il caso delle batterie è un esempio di settore che meglio è stato in grado di cavalcare l'onda lunga dei mercati: da marzo il rialzo dei prezzi ha superato il 100%. Nei movimenti sempre piuttosto violenti che stiamo vedendo sui mercati finanziari, sia al ribasso che al rialzo, ci sono tematiche che hanno scatenato gli investitori alla perenne ricerca dell’affare del secolo.
Ad esempio il tech andato molto bene nella prima ondata di pandemia sta subendo una minor preferenza relativa in questa seconda ondata a favore di settore più value. Ben visti anche temi particolarmente legati all’ambiente e all’innovazione sempre tecnologica ma fuori comunque dal classico mondo social/intrattenimento (vedi gaming).
Settore delle batterie: come investire con gli ETF
Uno di questi casi di successo recente è quello legato al mondo delle batterie. Con l’avvento di Biden alla Casa Bianca gli accordi di Parigi potrebbero trovare negli USA una sponda importante ed ecco che tutto ciò che porterà ad una diminuzione della CO2 emessa potrebbe essere favorito da investitori sempre più orientati verso l’etichetta ESG.
Impressionante l’accelerazione ad esempio dell’ETF BATT, ovvero L&G Battery Value Chain il cui valore è raddoppiato dai minimi di marzo. Osservando l’indice sottostante dell’ETF capiamo molto bene che occasione hanno avuto gli investitori per comprare a sconto qualche cosa che a luglio è letteralmente esploso.
L'indice Solactive Battery Value-Chain replica società coinvolte nello sviluppo e produzione di batterie, incluse società che estraggono materie prime per la loro produzione. Il paniere è composto da società quotate su varie Borse di tutto il mondo e che si occupano di estrazione mineraria dei metalli utilizzati principalmente per la produzione di batterie. Ad essere incluse nel listino sono anche le aziende che sviluppano tecnologia per l’accumulo di energia elettrochimica e producono batterie.
L’ETF in questione ha codice ISIN IE00BF0M2Z96 ed è stato lanciato nel 2017. Lo strumento ha masse superiori ai 200 milioni di euro con spese correnti che risultano essere di 0,49% annuo. Contenuto lo spread bid ask sul mercato negli ultimi tre anni la tracking difference, ovvero la differenza tra andamento dell’ETF e indice è risultata di circa lo 0,7%. Ridotta considerando la replica fisica totale. Andiamo alla composizione dell’ETF.
In termini geografici il Giappone fa la parte del leone assieme agli USA con un peso di circa il 20%. Seguono Australia e Cina poco sopra il 10%. A livello settoriale la manifattura auto pesa per un quarto del paniere seguita dal mining (14%) ed elettronica (12%). Nelle top 5 dei titoli in portafoglio (poco più di 30) troviamo Tesla, ma anche Pilbara Minerals e BYD Co società cinese operativa nel settore automotive.
Naturalmente come tutti i temi siamo di fronte ad una nicchia di mercato che da un momento all’altro potrebbe invertire la sua tendenza con brutali ribassi. Indubbiamente il tema al momento è sulla cresta dell’onda e con lo strumento analizzato oggi chi vorrà cavalcarla adesso ha tutte le informazioni utili.