Il 9 novembre il mercato azionario ha chiuso la giornata con rialzi molto consistenti in alcuni casi superiori al 4%. Il motivo? La notizia confermata da Pfizer circa un vaccino molto efficacie nella cura del Covid 19. Una notizia attesa da tempo che ha fatto brindare i mercati e messo il turbo ai titoli di compagnie aeree, croceristica e soprattutto il mondo energy che fornisce carburante a quegli aerei e quelle navi ora ferme.
Il tema del vaccino al Covid-19 è cruciale per le sorti dell'economia globale, con Moderna che proprio in questi giorni ha annunciato d'aver trovato a sua volta un vaccino efficace nel 94,5% dei casi. In gioco vi sono tanto le sorti dell'economia globale quanto, a cascata, quella dei diversi titoli azionari quotati in Borsa. Wall Street fin dai primi minuti dopo l'annuncio di Pfizer ha iniziato a interrogarsi su possibili vincitori e vinti, tra chi premiare e chi penalizzare con il venire meno del freno della pandemia.
Non sono sfuggiti a queste logiche nemmeno gli analisti di Goldman Sachs, con gli esperti dalla banca d'affari a stelle e strisce che hanno stilato una classifica della maggiore sensitività settoriale al vaccino contro il Covid. Il settore energy, quello delle risorse di base e quello industriale sono risultati quelli con maggiore excess return. Infotech e communication services i peggiori, con numeri addirittura negativi.
Cerchiamo allora di mettere assieme questa informazione molto parziale e legata all’emotività per capire come costruire un portafoglio di investimento che paradossalmente non vedrebbe rappresentato il settore healthcare. Tutti e tre gli ETF legati ai settori sopra citati sono disponibili nella versione globale.
Abbiamo naturalmente scelto quelli con una capitalizzazione superiore ai 100 milioni di euro e con un TER contenuto. Riguarda a questo ultimo punto, il portafoglio verrebbe a costare lo 0,3% annuo. Due sono gli ETF di Xtrackers. MSCI World Materials che quest’anno sta realizzando un rendimento positivo del 4%. MSCI World Industrials praticamente invariato. L’altro ETF è quello di SPDR che investe nel settore mondiale dell’Energy. Qui la performance 2020 è pesantissima e dice -40%.
Essendo tutti e tre ETF globali naturalmente gli Stati Uniti fanno la parte del leone. Nel settore energy pesano per il 50%, seguiti da Canada e Regno Unito al 14%. Il dividend yield dell’indice sulla base dell’ultimo dato di fine ottobre è del 7,7%, con un rapporto prezzo/utili di 18.
Decisamente meno importanti gli USA nel settore materials. Qui l’America pesa per il 30%, seguita da Gran Bretagna (16%) e Canada (10%). Naturalmente più variegati i settori che compongono questo comparto. I chimici fanno il 26%, i minerari il 14%, gli auriferi il 12%. Il rapporto P/E è attualmente di 24.
Prendendo infine in esame il settore industriale, anche in questo caso a guidare l'esposizione geografica sono Stati Uniti con un peso del 50%. Molto distaccati Giappone (15%) e una serie di Paesi europei (5%). Macchinari, aeronautica e trasporto ferroviari i tre settori che fanno a testa il 10% del portafoglio. Il rapporto P/E è di 23.
Un set di prodotti che quindi offre un’ampia diversificazione geografica con un’esposizione divisa tra Stati Uniti e resto del mondo con preponderanza per Canada, UK e Giappone. Se la scommessa di un vaccino in tempi rapidi è vincente, anche questo mini portafoglio low cost potrebbe esserlo.