La parola Next viene spesso utilizzata quando si parla di fondi o ETF che hanno lo scopo di andare a investire in società o aree geografiche particolarmente promettenti ma non ancora affermate. Con Next Frontier Market viene indicato l'investimento nei Paesi che non rientrano nei canonici panieri legati al mondo dei mercati emergenti tradizionali.
Next Mega Trend viene citato quando si vogliono individuare i temi di successo del futuro. Le due parole Next Generation vengono utilizzate quando invece ci si rivolge a quelle società che stanno immediatamente alle spalle di big celebrati del settore e pronte a prendere il loro posto scalando le classifiche di capitalizzazione di mercato.
ETF: investire nel NASDAQ del futuro
L’ETF che analizzo è l’Invesco NASDAQ Next Generation 100 (ISIN IE00BMD8KP97). Un po’ snobbato dagli investitori come si desume dalla sua bassa capitalizzazione inferiore a 50 milioni di euro, questo strumento è stato lanciato a marzo 2021. Con un costo molto ridotto di 0,25% all’anno permette di replicare l’andamento delle 100 maggiori società quotate al NASDAQ Composite in termini di capitalizzazione di mercato. È da segnalare che tali aziende non sono inserite nel NASDAQ 100.
ETF che nel suo piccolo si contrappone ad un ETF flagship di Invesco da oltre 4 miliardi di euro di masse come il Nasdaq 100 EQQQ. I nomi che compongono questo prodotto sono i soliti: Apple, Microsoft, Amazon, Tesla, Alphabet, Facebook.
L’obiettivo del Next Gen NASDAQ 100 è invece quello di investire su aziende con capitalizzazione più bassa delle big cap, con un occhio importante nel campo dell’innovazione. La speranza degli investitori è quella di andare a mettere soldi su società ancora sottovalutate potenzialmente possibili campioni della prossima decade.
Dal punto di vista settoriale ovviamente domina l’informatica e la tecnologia con il 40% della copertura del paniere di azioni. Seguono le biotecnologie con il 20% e i beni di consumo discrezionali con il 17%.
Decisamente più diversificato questo ETF rispetto al tradizionale NASDAQ 100 dove le prime 6 società rappresentano il 40% del totale. Qui le prime sei non superano il 15%.
Fortinet, Zscaler, Datadog sono nomi che non dicono nulla agli investitori ma che potrebbero essere i campioni del futuro. Nella sua breve storia l’ETF non è stato capace di sovraperformare il NASDAQ 100 tradizionale con quasi 10 punti percentuali di ritardo in termini di performance dal lancio.
Non è comunque questo l’orizzonte temporale su cui ragionare per una tipologia di investimento alternativa e a basso costo ai tradizionali indici di mercato. Chissà se tra le next 100 troviamo già oggi la Amazon del 2030?