Il dollaro ha raggiunto la parità con l’euro e contestualmente il valore più alto degli ultimi 20 anni. Ovviamente le aspettative di chi prevedeva la fine precoce del dominio valutario del biglietto verde o, ancora peggio, lo smantellamento delle riserve valutarie, si sono rivelate errate. Il “re dollaro” è ancora qui e a quanto pare non intende cedere il suo posto.
Forex, dollaro USA sui massimi da 20 anni: l’impatto sui portafogli
Una sterlina senza governo, uno yen che manca completamente di appeal per assenza di rialzo dei tassi di interesse, un euro alle prese con una probabile recessione proprio mentre il costo del denaro verrà alzato, la fragilità del mondo emergente e la Cina che vede l’economia rallentare velocemente. Insomma, in questo contesto gli investitori fanno ciò che hanno sempre fatto nei momenti di difficoltà, si rifugiano nel biglietto verde.
Qualche settimana fa Morningstar ha pubblicato un articolo “What's the Impact of the Strong Dollar on My Portfolio?” nel quale si ragionava su quali impatti potrebbe avere la forza del dollaro sul portafoglio di investimento di un americano e quali azioni guardare per il futuro.
Ovviamente la prospettiva è opposta a quella di un cittadino europeo. Gli statunitensi che hanno deciso di investire in azioni e obbligazioni denominate in valute estere stanno perdendo denaro. Gli stessi investimenti in materie prime o ancora peggio oro sono in enorme difficoltà non potendo contare, come per noi italiani, della stampella valutaria che compensa le perdite.
Tra le azioni che stanno avendo gli impatti peggiori a causa della rivalutazione del dollaro USA ci sono società come Coca Cola, Procter & Gamble, Microsoft, Philip Morris, che devono fare i conti con una minore domanda estera a causa di prodotti in vendita più cari. Non a caso i profitti sono già stati rivisti al ribasso da queste società a causa della rivalutazione del dollaro.
Dollaro USA mantiene ancora funzione di bene rifugio, per ora
Il dollaro statunitense riveste anche la funzione di safe haven, ovvero un’ancora di salvataggio, nei momenti di tensione geopolitica come quelli attuali. Per noi europei la forza del dollaro è stata manna dal cielo per quanto riguarda soprattutto il mercato obbligazionario dove le perdite per i prodotti che investono in obbligazioni estere, emergenti e sviluppate, hanno raggiunto la doppia cifra con punte di -20% sulle obbligazioni emergenti dove esisteva la copertura dal rischio cambio.
La rivalutazione del dollaro rischia però diventare un boomerang nel momento in cui questo fenomeno di rafforzamento terminerà, e questo evento potrebbe non essere così lontano. Se da una parte, come sottolinea uno strategist di Fidelity, nel 70% dei casi storici il rafforzamento del dollaro produce a distanza di 12 mesi un rallentamento dell’inflazione, l’effetto immediatamente successivo a questo fenomeno è una politica monetaria non più supportiva per la valuta. Quindi ribasso dei tassi per rilanciare la crescita e di conseguenza questo significherebbe un dollaro più debole.
Dollaro USA forte? Ottima opportunità per ribilanciare il portafoglio
Morningstar consiglia quindi ai suoi lettori statunitensi una maggiore diversificazione fuori dall’azionario americano proprio per la maggiore appetibilità di multipli e valute, così come consiglia di rimanere prudenti sulle obbligazioni dei paesi emergenti che finanziano il loro debito proprio in dollari. L’attuale momento di mercato del dollaro può essere considerato una buona opportunità per ribilanciare il portafoglio.
La discesa del cambio EUR/USD alla parità ha prodotto generosi guadagni in alcune componenti del portafoglio. Plusvalenze che potrebbero adesso essere capitalizzate e coperte tramite prodotti EUR Hedged o semplicemente con strumenti non esposti al rischio cambio dollaro.