L’universo degli ETF a gestione attiva continua ad essere prodigo di nuove emissioni. Soprattutto (ma non solo) gestori che sono rimasti ai margini della cavalcata trionfale degli ETF tradizionali a gestione passiva che si stanno attrezzando con nuove quotazioni sui mercati europei.
Tra questi JP Morgan che ha quotato anche su Borsa Italiana due ETF attivi (JPM USD High Yield Bond Active) sul comparto delle obbligazioni ad alto rendimento in versione cambio aperto e cambio coperto (Eur Hedged).
Cominciamo dall’indice di riferimento scelto che è ICE BofA US High Yield Constrained Index. Questo è il parametro che nel KID viene esplicitato come da battere investendo in obbligazioni ad alto rendimento denominate in dollari Usa.
In realtà solo i due terzi del portafoglio rappresentano l’obbligo in carico al gestore di presidiare il comparto dei "junk bond", mentre il restante terzo potrà essere impiegato a discrezione del gestore su altre tipologie di bond. Con orientamento ESG e quindi troviamo una seconda fascia di attivismo legata proprio ai criteri di sostenibilità che filtreranno a monte le emissioni presenti in portafoglio.
ETF prevalentemente (ma non esclusivamente) rivolto ai bond dei mercati sviluppati con un costo di 0,45% l’anno a cui si aggiungono 8 punti base di costi di negoziazione.
Non essendo ancora disponibile la scheda mensile dell’ETF, possiamo però notare scaricando dal sito dell’emittente la composizione del portafoglio titoli la presenza di oltre 340 bond con una diversificazione piuttosto spinta visto che il titolo più pesante (1% del portafoglio) è CCO HLDGS LLC/C 4.75% 03/01/30.
ETF High Yield Bond: gestione attiva e passiva, il confronto
JP Morgan tenta quindi una nuova iniziativa nel campo degli ETF high yield dopo quella non pienamente di successo quanto a capitale raccolto tentata con due emissioni Global High Yield Multifactor. ETF lanciato nel 2020 (e successivamente integrato con la versione Eur Hedged). Per il primo ETF non siamo andati per ora oltre i 75 milioni di euro di masse amministrate, ETF sempre a gestione attiva.
In questo caso lo sfondo è il mercato globale ma ci permette di confrontare la gestione attiva di JPM con quella passiva di un ETF Global High Yield come quello di iShares.
Negli ultimi 3 anni effettivamente l’attivismo ha pagato. Al +12% dell’ETF di iShares si contrappone infatti il +18% di JPM, un risultato che prepara il territorio di sfida con il mondo US High Yield Bond.
Ovviamente i bilanci non si possono tirare dopo solo 3 o 5 anni; serve più tempo per valutare se le qualità del gestore sono legate a capacità di fare alfa oppure a sola fortuna. Quello che è certo è che nei prossimi anni di sfide di questo tipo, attivo vs passivo, ne potremo raccontare tante visto l’orientamento dell’industria negli ultimi anni.