Quando un ETF dispone di un grado di liquidità particolarmente elevato lo strumento ha un prezzo di mercato equo e allineato al NAV. Per questo viene definito “fair value”, ovvero in linea ai reali valori di mercato degli strumenti presenti all’interno del fondo. Come sappiamo la differenza principale tra un ETF e un fondo comune di investimento è proprio quella di una quotazione in continua per il primo e di un solo NAV per il secondo.
Escludendo le casistiche particolari legate ad orari di apertura piuttosto che volatilità di mercato occasionale, gli ETF azionari con ampia capitalizzazione tendono ad avere un prezzo allineato al NAV. Occasionali premi/sconti si registrano solo in situazioni particolari. Essendo per loro natura le azioni tutte quotate sui listini mondiali è, almeno per le large cap, altamente probabile disporre di prezzi accurati.
Per il mercato obbligazionario e per la sua particolare natura non sempre è così. Non tutte le obbligazioni possono vantarsi del pregio della liquidità. Se escludiamo i titoli di Stato e le maxi emissioni corporate, gli spread tra denaro e lettera sono ormai la regola. Soprattutto dopo che molte banche sono uscite dai book di negoziazione per effetto di nuove stringenti regolamentazioni.
Pensiamo ad esempio all’azione Amazon che scambia regolarmente con meno di 1 tick di spread e l’obbligazione dello stesso emittente (ad esempio la 1,5% 06/3030 in $) che viene scambiata con uno spread bid/ask nell’intorno dei 50-75 punti base in giornate normali di mercato.
Gli scambi sono meno frequenti e quindi il differenziale di prezzo è più ampio. Quindi l’ultimo prezzo scambiato non sempre corrisponde al valore corrente. Pensiamo ad esempio ad una obbligazione il cui ultimo scambio risale ad ore fa al prezzo di 100 ma che per effetto di vari movimenti di mercato ora prezza con un bid/ask 98-99.vE questo è un primo elemento di potenziale distorsione tra prezzo e NAV dell’ETF obbligazionario.
Un secondo punto critico è che non tutte le obbligazioni sono quotate. Possono esserci bond che girano OTC (Over The Counter) al di fuori dei normali mercati regolamentati. Anche in questo caso il prezzo è generato da un accordo fra le parti.
Solitamente poi i prezzi delle obbligazioni ai quali sono collegati i NAV degli ETF sono quelli del prezzo di vendita, ovvero quanto incasserei liquidando ora il bond. Questo porta il NAV ad essere tendenzialmente più depresso in termini di valore rispetto al prezzo di mercato reale.
Altro elemento critico è poi rappresentato dal segmento di mercato. La liquidità è molto diffusa sui segmenti investment grade, più rarefatta in quelli junk o high yield come dir si voglia.
Tutto questo per dire che un ETF obbligazionario è sicuramente più frequente nella sua escursione sopra o sotto il NAV senza però per questo quotare ad un valore non corretto. Come abbiamo visto tante condizioni entrano in gioco con le stesse problematiche che affronterebbe un investitore singolo se decidesse di lavorare in autonomia.
La regola è sempre quella. Per evitare problemi scegliete ETF molto liquidi e scambiati. In questo modo il problema della distorsione prezzo NAV potrà essere limitato senza ignorare che, per la natura specifica del mercato, non potrà essere eliminato completamente.