Se non fosse un argomento così delicato verrebbe da dire che la finanza sta certificando che la fase bellica attuale è prossima alla fine. Affermazione che esce spontanea osservando un nuovo ETF quotato sulla Borsa italiana da parte di una big come iShares. Il nome è inequivocabile, ovvero Global Aerospace & Defence.
Il “consumatore” finanziario chiede strumenti che possano cavalcare la corsa agli armamenti e, in barba alle strategie SRI che filtrano a monte i titoli che operano in business controversi e di cui la stessa iShares è grande produttrice con la sua ampia gamma sostenibile, ecco che sbarca in Italia questo ETF che replica l’indice 'S&P Developed BMI Select Aerospace & Defense 35/20 Capped Index. Al suo interno titoli azionari dei produttori di attrezzature, parti o prodotti aerospaziali e di difesa civili o militari, di elettronica per la difesa e di attrezzature spaziali.
ETF Global Aerospace & Defence: i dettagli
Con una spesa corrente di 0,35% l’anno, questo ETF a replica fisica ed accumulazione investe a livello globale sui titoli del settore legato alla difesa e allo spazio. Titoli che per il 65% sono quotati in America mentre per il 15% in Francia. Seguono UK e Germania mentre tutto il resto della geografia è irrilevante.
Se c’è questa concentrazione geografica, anche a livello di singolo titolo esiste una certa polarizzazione solo in parte limitata dall’indice che fissa, appunto, un cap di esposizione per società. E così scopriamo che RTX e Boeing insieme rappresentano il 20% del portafoglio, seguite da Lockeed Martin al 10% ed Airbus al 7% per un totale di 55 azioni in portafoglio.
Le valutazioni del settore non sono “cheap”, anche perché la corsa dei prezzi è stata notevole fin dallo scoppio della guerra in Ucraina in avanti. Il rapporto tra prezzo e utili è vicino a 30 con il rapporto prezzo valore di libro superiore a 4. Messo però a confronto con l’indice azionario mondiale questa corsa appare decisamente meno intensa almeno nell’ultimo triennio.
Nell’ultimo anno la crescita dell’indice padre (ovvero la versione senza cap) è stata del 20%, tutti accumulati da metà 2022 in avanti visto che gli ultimi tre anni hanno generato un guadagno annuo composto di solo il 5%. Decisamente meglio (+13%) la performance annua composta a 10 anni in versione total return.
Quanto ha realizzato il mercato azionario mondiale nello stesso arco temporale? +11,6% e questo rende certamente il tema un top performer dell’ultima decade. Questo fattore si incastra molto bene in una narrativa che può sfruttare la copertura mediatica crescente che viene data alla guerra, argomenti che hanno spinto BlackRock a collocare l’ETF sul mercato per sfruttare il desiderio degli investitori di “coprirsi” da un eventuale rischio bellico su scala globale.
Per il momento chi ha avuto successo è colui (o colei) che avrebbe ipoteticamente (visto che l’ETF non c’era) investito sulle aziende del settore spazio e difesa in tempi in cui la guerra non era sulle prime pagine dei giornali. Una lezione importante per chi cerca sempre di seguire mode e temi attuali. Che spesso arrivano sul mercato quando le valutazioni si sono fatte già elevate.