La Borsa Svizzera non ha fornito performance sfavillanti nel corso del 2023 seppur rendendosi protagonista di una ripresa che ha praticamente recuperato i valori dell’anno precedente.
Nel 2022 infatti l’ETF Amund Msci Switzerland aveva perso il 13% recuperato in parte del 2023 (+11%) e in questo primo trimestre del 2024 dove però la debolezza del franco ha mangiato una parte dei guadagni. La tradizionale funzione difensiva della Borsa elvetica generata dalla sua composizione settoriale è stata compensata almeno in parte dall'andamento della valuta nazionale.
Borsa Svizzera: negli ultimi 10 anni gli equilibri sono cambiati
Le misure di politica monetaria con rialzi dei tassi passati da -0,75% a 1,75% hanno contenuto l’inflazione che già oggi è abbondantemente sotto il 2%. Nella riunione di marzo la Banca centrale ha deciso a sorpresa di rendere più distensiva la politica monetaria con un primo taglio dei tassi. Scenario già scontato dal franco in indebolimento, ma ancora non sembra da un mercato azionario, comunque, decisamente multinazionale e sensibile forse più al fattore cambio che alla politica monetaria.
L’indice Msci Switzerland dal 1994 a oggi ha mostrato una eccellente capacità di battere le Borse mondiali con una performance annua composta del 9,2% contro l’8% del Msci World. Negli ultimi 10 anni gli equilibri sono però cambiati. La Svizzera ha reso il 7% ogni anno, mentre i listini mondiali quasi il 10%.
ETF Borsa Svizzera: attenzione alla concentrazione
Osservando la composizione settoriale dell’ETF di Amundi a replica sintetica, vediamo che il settore farmaceutico fa la parte del leone occupando un terzo del portafoglio, seguito dal settore dei beni di consumo con il 21% e i finanziari con il 18%.
Una raffigurazione value che si presenta anche osservando i primi titoli in portafoglio che offrono anche una prospettiva di forte concentrazione dell’ETF su poche azioni. Le prime 10 pesano infatti per oltre il 70% di un paniere costituito da 45 titoli. Nestlè da sola rappresenta il 20% seguita da Novartis e Roche che insieme fanno un altro 25%.
Graficamente l’indice Msci sta indugiando da settimane su un supporto dinamico di lungo periodo molto interessante.
Mentre Wall Street batte ripetutamente i massimi storici, la Borsa elvetica sembra vivere una fase di vera e propria accumulazione. Un rapporto prezzo utili di 16 e un rapporto tra dividendo e prezzo del 3% sembrano indicare che il mercato svizzero non è sopravalutato e offre interessanti prospettive di “income” per gli investitori cassettisti. I livelli attuali appaiono quindi compatibili con un posizionamento lungo in ottica di accumulazione e ovviamente diversificante rispetto ad un indice azionario globale decisamente più orientato allo stile growth.