Il Giappone è sempre più vicino al ritorno a galla dopo oltre 30 anni di calvario necessari per smaltire quella bolla speculativa immobiliare che aveva portato Tokyo in cima al mondo e agli indici di borsa mondiali. Su alcuni celebri indici l’aggancio in versione total return è completato, su altri come il Topix siamo ad un passo dal formalizzare l'evento.
A Milano dal 2005 è quotato uno dei primi ETF quotati in Italia. Amundi Japan Topix da quell’anno è salito dell'85%, ma come si vede dal grafico dell’indice sottostante la recente fortissima spinta verso l’alto innescata anche dalla debolezza dello yen, sta riportando i prezzi ai livelli degli anni 90.
Un esempio quello giapponese che dimostra come in alcuni casi la massima secondo cui l’azionario sale sempre nel lungo periodo (e 35 anni sono un lunghissimo periodo per un investitore) non è vera così come non è vero che le azioni battono sempre il mercato obbligazionario.
Borsa Giappone: le prospettive sono legate a doppio filo alle sorti dello yen
Il Giappone, secondo paese per capitalizzazione all’interno dell’indice Msci World, rimane ancora oggi una potenza mondiale all’interno dei portafogli degli investitori al dettaglio e istituzionali e considerando che nel 2020 l’indice viaggiava sui livelli del 1992 si può comprendere molto bene quale improvvisa accelerazione e riscoperta sia stata compiuta dagli investitori di mezzo mondo.
L’indice Topix è quello più completo tra quelli presenti sui listini giapponesi, con oltre 2000 titoli presenti e una buona diversificazione. I primi 10 titoli pesano per il 20% del listino con Toyota e Sony a guidare con pesi rispettivamente del 5% e del 3%. Ampia la diversificazione settoriale con industriali al 24%, beni ciclici al 18% e finanziari e tech al 12%.
Esiste anche una versione dell’ETF eur hedged sempre di Amundi che conferma la bontà dell’investimento a cambio coperto. Dal 2013, data di lancio dell’ETF, la performance della versione a cambio coperto ha letteralmente stracciato quella a cambio aperto di quasi 40 punti percentuali. Il premio sulla copertura del cambio è stato messo a frutto molto bene evidentemente.
Le prospettive nell’immediato del Topix sono evidentemente legate a doppio filo alle sorti di uno yen che con la sua svalutazione ha favorito l’industria nipponica. Ma anche a politiche monetarie ultraespansive che sembrano aver finalmente centrato l’obiettivo di riportare un po' di inflazione, fertilizzante per gli utili aziendali che possono tornare a crescere anche grazie ad una domanda interna più frizzante in seguito ai recenti aumenti salariali.
Il massimo storico del Topix è una maledizione ancora da sconfiggere ma sembra a portata di mano. Chissà se qualche investitore nipponico è ancora investito da allora in qualche fondo giapponese azionario. Ma se esiste, oltre che a una medaglia al valore, sarà interessante chiedergli che cosa ne farà di quella partecipazione quando sarà nominalmente ritornato in pareggio. La psicologia dell’investitore giapponese messo a dura prova sarà un perfetto test di finanza comportamentale.