La voglia di trovare rendimento sul mercato dei bond è una costante ormai da mesi. Rendimenti negativi in Europa, rendimento da zero virgola in America, ma la situazione non cambia in ex regine del carry trade come Australia e Nuova Zelanda. Insomma la ricerca di porti sicuri e al tempo stesso redditizi continua a spingere alla ricerca del cosiddetto yield in ogni angolo del mondo.
Bond: investitori alla ricerca di rendimento
Lo sguardo in questi casi ricade quasi sempre sul mondo delle valute emergenti ma qui i rischi di volatilità sono altissimi. Naturalmente si possono anche fare grandi affari come quelli che sono riusciti a portare a casa da marzo 2020 in avanti alcuni investitori acquirenti di pesos messicani piuttosto che di rand sudafricani.
Una parte del mondo considerata emergente ma che in realtà si sta avvicinando sempre più al mondo sviluppato la troviamo in Asia. Investire nei bond in valute locali dei paesi di quest’area non sarà adrenalico come investire in rand sudafricani o in real brasiliani, ma offre la sponda ad interessanti rendimenti in zone del mondo più stabili e con tassi di crescita prospettici decisamente interessanti.
Stiamo parlando naturalmente di Cina e Corea del Sud, ma anche dei paesi della cosiddetta area ASEAN (Association of South-East Asian Nations). Qui troviamo giganti sia in termini di popolazione ma anche commerciali come l’Indonesia, la Malesia, le Filippine e la Tailandia. Investire nelle ex tigri asiatiche più la Cina che rappresenta il partner principale può essere interessante, per diversificare e anche fornire una redditività positiva.
L'ETF per investire sugli emergenti asiatici
Tramite l’ETF quotato in Germania iShares Emerging Asia Local Government Bond è possibile acquistare uno strumento dal costo di 0,5% che in modalità replica fisica acquista solamente obbligazioni statali appartenenti all’indice Bloomberg Barclays Emerging Markets Asia Local Currency Govt Country Capped Index.
Il paniere di questo ETF è equamente diviso con percentuali attorno al 20% su bond in valuta locale cinesi, coreani, indonesiani e malesi con percentuali che oscillano tra 8% e 12% di bond in pesos filippini e thai bath tailandesi.
Il rendimento a scadenza di questo paniere di obbligazioni è interessante in quanto superiore al 3% (ricordo che la tassazione italiana su questi titoli governativi è del 12,5%) ma una particolare attenzione va posta alla duration superiore a 7. L’ETF presenta una discreta liquidità pur tenendo conto del settore. La capitalizzazione è superiore ai 150 milioni di Eur.
In termini di performance il 2020 non è stato esaltante convertito in Eur (-0,4%), una tipica fase di “digestione” dopo la sbornia da +11% del 2019 con la debolezze del dollaro a zavorrare le comunque buone performance delle valute asiatiche.
Insomma uno strumento obbligazionario ben diversificato tra le varie aree di riferimento senza che l’effetto vorace del prendo tutto esercitato dalla Cina su altri indici possa andare a sbilanciare l’ETF verso un bias valutario definit