Comincia con l’articolo di oggi una serie in dieci puntate dove cercherò di aiutare il piccolo e poco esperto investitore in ETF a trovare alcune informazioni chiave che possono aiutarlo nella scelta dello strumento giusto, ma anche a evitare errori grossolani che spesso significano negatività destinate a trascinarsi per tanto tempo nei piani di un investitore.
Con questi articoli scopriremo insieme dove reperire nei documenti pubblicati in rete le giuste informazioni su costi, rischi, tipologie di replica degli ETF, titoli che compongono lo strumento e tanto altro. Perché uno strumento essenziale e semplice come l’ETF ha bisogno di essere raccontato e compreso fino in fondo per permettere a ogni investitore di beneficiare appieno delle sue grandissime qualità che ne hanno fatto una delle invenzioni finanziarie del secolo.
In questo primo articolo ho deciso di andare direttamente a scoprire come possiamo in poche mosse verificare i reali costi dell’ETF, o almeno quelli che possiamo direttamente individuare visto che l’ETF è caricato anche di voci di costo che non possono essere rendicontate a priori da nessuna parte.
Costo ETF: non solo spese correnti, ci sono anche i costi di transazione
Il costo, forse a torto, è considerato il primo fattore sulla base del quale selezionare un ETF. Certamente il costo basso fa dell’ETF uno strumento in grado di competere con i fondi attivi solitamente gravati di costi maggiori perché più alte sono le spese a cariche del fondo stesso.
Un primo screening di carattere generale sui costi di un ETF può essere effettuato utilizzando i motori di ricerca che sono specializzati in ETF. Il più celebre e user friendly da usare è sicuramente justetf.com.
In questo caso, utilizzati i vari filtri di ricerca a disposizione dell’utente, di default la lista degli strumenti risultante propone tra le prime voci essenziali numeriche dello strumento, il suo costo. O meglio, quelle che definite come TER rappresentano le spese certificate in ogni KID dal gestore. Ma non sono le uniche.
E se questa prima scrematura offre una visione interessante del costo di un ETF, per andare a scoprire gli oneri che si sommano alle commissioni di gestione e agli altri costi amministrativi a carico del fondo, bisogna scaricarsi il KID. Gratuito, Il documento è disponibile sempre su justetf.com, oppure sul sito dell’emittente ogni volta che si entra nella pagina dedicata all’ETF. Altri motori di ricerca come ad esempio Morningstar.it offrono la possibilità di verificare le spese correnti e scaricare i documenti ufficiali nelle pagine dedicate a ogni ETF.
Con il download del KID scopriremo così che alla voce di spese correnti si sommano i costi di transazione, ovvero quei costi che cambiano anno per anno sulla base del tasso di rotazione dei titoli in portafoglio definendo quanti oneri di compravendita saranno a carico dell’investitore. Solitamente importi modesti inferiori allo 0,1% del valore del fondo, ma che possono avere incidenze importanti sugli ETF con commissioni molto basse e ristrette all’osso.
Nei KID troveremo anche delle sezioni dedicate alle commissioni di ingresso e uscita che però, essendo gli ETF quotati sul mercato, saranno sempre pari a zero o comunque non eseguibili a carico del singolo investitore che invece dovrà tenere conto delle condizioni applicate dal proprio intermediario al momento della compravendita di un titolo.
Con poche semplici mosse abbiamo quindi visto che reperire le informazioni di costo di un ETF. Va ricordato che non sono le uniche. Alcuni oneri non verranno infatti direttamente sottratti al NAV del fondo, ma incideranno in forma indiretta sul risultato finale dell’investimento come lo spread tra prezzi di acquisto e vendita e appunto le commissioni di negoziazione applicate dall’intermediario.