La gestione attiva nel mondo degli ETF prende sempre più piede e c’è da scommettere che se i mercati finanziari doveserro assumere una deriva meno positiva di quella vista negli ultimi tempi, le infornate di prodotti di questo tipo aumenteranno.
Non è un caso che negli ultimi giorni di agosto BlackRock – iShares abbia lanciato ben 5 ETF a gestione attiva della serie Enhanced Active. Copertura geografica completa con le versioni US, Europa, Emergenti, Asia ex Giappone e globale.
BlackRock – iShares Enhanced Active: i dettagli dell'ETF globale
Analizziamo il prodotto globale che inevitabilmente nei prossimi mesi metteremo in competizione con un tradizionale ETF passivo a replica di indici per capire le differenze. Oggi questo processo di analisi è ancora non possibile visto che i portafogli risultano in fase di costruzione, ma da quello che apprendiamo dal KID l’ETF attivo ha diversi margini di flessibilità.
Flessibilità ad esempio di asset class visto che l’unico vincolo è possedere almeno il 70% delle azioni provenienti dai paesi sviluppati. Questo significa che l’esposizione alle obbligazioni (statali, sovranazionali e corporate purché investment grade) consentita potrebbe arrivare come da prospetto al 10% a cui si aggiungerebbe la componente liquidità consentendo al gestore di scegliere se andare con il freno a mano tirato oppure all in sull’azionario a seconda delle condizioni di mercato. Consentita per una parte del portafoglio anche l’esposizione ad altri ETF.
Sempre dal KID apprendiamo che i modelli quantitativi utilizzati dal gestore (basati su fondamentali, sentiment e scenari macro) per selezionare titoli e pesi potranno essere abbinati all’utilizzo della leva finanziaria (limite fissato nel prospetto al 30%) e degli strumenti derivati ai fini di investimento (quindi non di sola copertura). Il tutto nel rispetto della policy ESG stabilita dal fondo. Anche in questo caso una forma di gestione attiva.
La discrezionalità è citata diverse volte nel documento. L’indice di riferimento citato è sì il Msci World Index ma come spcificatamente indicato il gestore “può prendere in considerazione” tale indice per la costruzione del portafoglio. Non è però vincolato al rispetto dei pesi e dei componenti dell’indice e può selezionare titoli non inclusi nell’indice anticipando che si prevede una corposa divergenza con lo stesso.
I costi del nuovi ETF attivo globale sono dello 0,35% compreso i costi (stimati) di negoziazione.
Riguardo al numero delle azioni in portafoglio, questa informazione emerge dalla pagina internet di iShares e scopriamo che sono 316 contro ad esempio le 1414 di iShares Core World oppure le 1297 della versione ESG sempre di iShares. La diversificazione diventa un punto critico di cui tenere conto assieme a tutte le autonomia di leva e allocation su asset non azionarie a disposizione del gestore.
Con questi lanci sul mercato sembra proprio che BlackRock abbia deciso di dare ufficialmente il via alla sfida tra ETF attivi e passivi. Una sfida che vedrà un continuo alternarsi di vincitori a seconda delle scansioni temporali e dei mercati presi a riferimento. Uno scenario che certamente aumenta l’offerta commerciale a disposizione degli investitori (e quindi i ricavi per gli emittenti visto il maggior valore aggiunto) ma che indubbiamente riaprirà il dibattito. Meglio gestione attiva oppure passiva?