Uno dei temi più dibattutti attorno al Bitcoin è quello relativo alla sua qualità di riserva di valore. Riserva di valore digitale che si contrappone a quella fisica del metallo giallo, ovvero l’oro.
Questa sfida promette di essere eterna almeno finchè il Bitcoin e l’ecosistema crypto continueranno ad esercitare un fascino così forte su investitori ormai in grado di possedere frazioni di crypto anche attraverso strumenti regolamentati come gli ETF, almeno in America. Di conseguenza la sfida tra la materia prima oro e quella digitale Bitcoin è aperta.
Ma esiste un’altra sfida interessante dove non sono due “commodity” a confrontarsi ma sono aziende vere e proprie con bilanci, ricavi, costi, management e tanto altro. Anche in questo caso il mercato degli ETF permette oggi di possedere in modo passivo frazioni di queste società.
Aziende che nella stragrande maggioranza si occupano di estrazione. Di metallo prezioso fisico come le aziende aurifere. Di Bitcoin nel caso delle società che operano nel settore del mining e della blockchain.
Aurifere vs Crypto stocks: il confronto tra due ETF
E per capire come sta andando questa sfida ho messo in parallelo due ETF di VanEck. Il Gold Miners e il Crypto and Blockchain Innovators.
Quest’ultimo ha masse amministrate che sono un decimo rispetto al 1,2 miliardi di euro dell’ETF che investe nel settore aurifero. Partito con le quotazioni oltre 3 anni fa l’ETF crypto ci permette però di fare un primo confronto di performance e volatilità tra due settori di nicchia.
E se l’ultimo anno ha permesso all’ETF crypto di raddoppiare il suo valore, a distanza di 3 anni il gap è completamente diverso e sfavorevole alla nuova tecnologia. I numeri di performance infatti ci dicono che l’ETF Crypto perde oltre il 50% contro il +45% dell’ETF che investe nelle società aurifere.
E se rapportassimo il rendimento al rischio i numeri sarebbero anche più impietosi per le corporate che estraggono l’oro digitale. La volatilità annua è indubbiamente elevata del settore aurifero se rapportata al mercato azionario globale (27%), ma è nulla in confronto al 70% di volatilità dell’ETF che investe nel settore crypto.
Sono due ETF questi molto concentrati quanto a numero di società presenti nel paniere. L’ETF crypto ha appena 20 aziende al suo interno con le top 10 che pesano per il 60%. Blok, Microstrategy, Coinbase e Marathon le prime per peso. Come vediamo non sono tutti miners e questo rende forse un po' meno puro il confronto con un altro ETF, quello sulle aurifere, anch’esso molto concentrato.
Nel Gold Miners sono poco più di 50 le società presenti, per nove decimi società minerarie, con le top 10 a rappresentare il 65% del totale.
Due ETF di nicchia quelli appena analizzati di VanEck, ma due ETF che stanno combattendo la sfida di chi è più redditizio nell’estrarre e lavorare le rispettive riserve di valore, oro e Bitcoin. Per il momento la sfida viene vinta delle azioni aurifere senza ombra di dubbio.