Sbarcano anche in Italia gli iBonds, gli ETF che consentono di attivare strategie obbligazionarie impostate su date certe senza essere obbligati ad acquistare singole obbligazioni. Questa novità arriva da iShares, che da questo mese di agosto ha cominciato a quotare anche sul segmento italiano una nuova tipologia di strumento obbligazionario con scadenza già rodata negli Stati Uniti.
Una mossa che di fatto taglia fuori dai giochi molti dei fondi target data recentemente buttati sul mercato da diversi intermediari creditizi e che non mancherà di travasare nuove masse dalla costosa gestione attiva a quella passiva. Come scrive iShares nella sua pagina dedicata agli iBonds, questi ETF hanno con una scadenza fissa e hanno nella diversificazione delle obbligazioni e nel rimborso alla data indicata i punti di forza. Naturalmente il capitale non è garantito perché eventuali default potrebbero compromettere il rendimento atteso indicato in fase di acquisto.
Gli iBonds svolgono esattamente le stesse funzioni di un’obbligazione. Maturano a scadenza rimborsando il capitale. Staccano cedole. Sono negoziati sul mercato. Qui un esempio di strumento quotato a Piazza Affari avente scadenza 2028 e codice ISIN IE000264WWY0
L accesso anche con piccoli tagli di capitale è un primo importante vantaggio anche per chi desidera attivare dei piani di accumulo. Il rischio tasso decrescente è il rimedio forse più importante a uno dei limiti strutturali degli ETF obbligazionari a duration costante. La certezza del rimborso li rende ottimali per strategie di decumulo e di raggiungimento di obiettivi ad una certa data.
Il rendimento a scadenza offerto dagli iBonds all’atto dell’acquisto deriva da un combinato cedole e rimborso del capitale al lordo di eventuali default. Ovviamente se mantenuti fino a scadenza. Scadenza che arriva a dicembre dell’anno previsto nella descrizione dell’ETF, con chiusura e liquidazione del valore di NAV sul conto corrente dell’ETF iBonds al netto delle eventuali passività in carico al fondo.
iBonds di iShares: le caratteristiche dell'ETF 2028
Al momento iShares ha quotato iBonds che investono sul mercato del credito corporate in euro e dollari con scadenze 2026 e 2028. La lettura del KID dello strumento iBond 2028 € si rivela molto interessante soprattutto per chiarire alcuni elementi. La scadenza è fissata nel 31 dicembre 2028 e l’obiettivo dell’ETF è quello di replicare l’indice Bloomberg MSCI December 2028 Maturity EUR Corporate ESG Screened Index.
Una lunga descrizione che ci fa comprendere come il paniere al quale attingono i gestori è limitato ai soli emittenti che rispettano i criteri di sostenibilità previsti nell’indice. Replica passiva ma con una dose di attivismo ESG. L'indice misura la performance di obbligazioni societarie di tipo investment grade a tasso fisso denominate in euro con scadenza compresa fra il 01/01/2028 e il 15/12/2028.
Uno dei quesiti classici che ci si pone in questi casi è cosa succede alle obbligazioni in caso di rating dei bond che scende sotto l’investiment grade, oppure criteri ESG non più rispettati. La risposta arriva dal KID confermando che iShares si tiene le maglie piuttosto larghe. Se i rating di credito dei titoli a reddito fisso venissero declassati a un livello sub-investment grade o qualora i titoli non dovessero più soddisfare i criteri ESG, l'ETF potrà continuare a detenere i titoli in questione fino a quando non faranno più parte dell'indice e sarà possibile vendere la posizione.
Ogni emittente di obbligazioni potrà pesare al massimo il 3%, confermando l’ampia diversificazione dello strumento. I ribilanciamenti saranno mensili fino all’ultimo anno precedente la scadenza se non per rimuovere eventuali titoli declassati o con criteri ESG non più rispettati.
La replica è fisica ma con ottimizzazione a campione e il costo dello strumento è di 0,18% all’anno. Il prestito titoli è ammesso dal regolamento per ridurre i costi a carico dell’ETF. L’ETF sarà a distribuzione di dividendi.
Alla data del 10 agosto l’ETF iBond 2028 incorpora un rendimento a scadenza del 3,9% lordo con una esposizione geografica (il fondo analizzato in questo caso è in euro) che vede la Francia al 25%, seguita da emissioni americane in € (16%) e Germania (12%). Il rating medio è caratterizzato da un 45% di BBB e da un 42% di rating A.
La presenza di tecniche di campionamento si nota dalla presenza di un 35% di obbligazioni con scadenza compresa tra 5 e 7 anni. A livello settoriale i bancari occupano un terzo del portafoglio seguiti dai consumi non ciclici.
Nota interessante riguarda il rendimento; il calcolatore che mette a disposizione iShares per determinare, sulla base del prezzo di acquisto dell’ETF, il rendimento finale stimato al netto dei costi del prodotto è una novità interessante. Sempre nella sezione dedicata sul sito dell’emittente è presente il dettaglio delle obbligazioni presenti nell’ETF.
Per concludere non si può che apprezzare questa novità che arriva dalla casa americana e che renderà molto più semplice e gestibile la creazione di un portafoglio obbligazionario con ETF.
Tre elementi di negatività li voglio però rilevare. Manca la versione ad accumulazione rendendo il rendimento finale previsto inferiore in caso di probabile non reinvestimento delle cedole. Manca la versione con soli titoli di Stato da affiancare a quella corporate appena lanciata. Manca la versione non ESG dove vengono esclusi interventi attivi di screening degli emittenti sulla base d criteri di sostenibilità discrezionali.
Infine una nota sulla tassazione dei proventi che purtroppo, per come attualmente è il sistema fiscale italiano, impedisce la compensazione di minusvalenze pregresse con le plusvalenze sul prezzo. Un vantaggio che ancora le singole obbligazioni possono vantare.