ENI in focus dopo scoperta nuovi giacimenti, come investire in Borsa? | Investire.biz

ENI in focus dopo scoperta nuovi giacimenti, come investire in Borsa?

15 set 2022 - 16:30

13 ott 2022 - 10:34

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Il gruppo guidato dall’AD Claudio Descalzi è sotto la lente degli investitori a Piazza Affari. Vediamo i recenti sviluppi della società e come investire sul titolo

ENI continua ad essere attentamente monitorata dagli investitori a Piazza Affari, mentre permangono i timori per la crisi energetica in tutto il Vecchio Continente. Di recente l’AD del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi, ha incontrato ad Abu Dhabi il ministro dell'Industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti e direttore generale e AD della National Oil Company di Abu Dhabi, il sultano Ahmed Al Jaber, "per discutere dell'andamento delle attività di progetti futuri e collaborazione e dell'accelerazione del progetto multimiliardario di Ghasha.

Descalzi ha inoltre incontrato il Presidente della Costa d’Avorio di recente, per fare il punto sulle attività nel Paese e sui progetti futuri e sulle aree di interesse comune e collaborazione. L’AD ha illustrato al Presidente Alassane Ouattara lo sviluppo in corso di Baleine, la scoperta di idrocarburi effettuata da ENI nell’offshore del Paese, che sarà il primo sviluppo Net Zero in Africa (scope 1 e 2).

I risultati positivi del pozzo Baleine E1X di recente perforato, portano i volumi di idrocarburi in posto a oltre 2,5 miliardi di barili di petrolio e circa 100 miliardi di metri cubi di gas associato, aumentando le valutazioni iniziali del 25%. Il test di produzione effettuato sul pozzo, oltre a confermare il potenziale produttivo di almeno 12.000 bbl/d, consente di ottimizzare le ulteriori fasi sviluppo del giacimento, attraverso l’implementazione di una seconda fase allo studio, e di incrementare il livello di produzione fino a circa 150 mila barili di olio/giorno e 6 milioni di metri cubi di gas/giorno nello sviluppo finale della scoperta.

L’avvio della produzione della prima fase di Baleine è confermato nella prima metà del 2023. Inoltre, sempre di recente, ENI ha annunciato l'acquisizione delle attività di BP in Algeria, tra cui “In Amenas” e “In Salah”, due concessioni per la produzione di gas. “In Amenas” e “In Salah”, operati congiuntamente con Sonatrach e Equinor, si trovano nel Sahara meridionale e la loro produzione di gas e liquidi associati, avviata rispettivamente nel 2006 e nel 2004, nel 2021 è stata di circa 11 miliardi di metri cubi di gas e 12 milioni di barili di condensati e GPL.

Tale acquisizione ha un forte valore strategico e contribuisce ulteriormente a soddisfare il fabbisogno europeo di gas, oltre a rafforzare la presenza di ENI in Algeria, un importante produttore di gas nonché Paese chiave per il gruppo italiano. L’operazione consentirà alla società di ampliare il proprio portafoglio di asset nel Paese e, unitamente ai nuovi contratti di Berkine South e del Blocco 404/208, recentemente sottoscritti, consentirà nuove e sinergiche opportunità di sviluppo, principalmente focalizzate sull’incremento della produzione di gas.

Secondo Guido Brusco, COO of Natural Resources di ENI, la società raddoppierà i volumi annuali di acquisto di gas naturale dall’Algeria entro il 2024, passando a 18 miliardi di metri cubi/anno da 9 miliardi di metri cubi/anno. “Di questi 9 miliardi addizionali, già 6 miliardi inizieranno ad arrivare a partire da quest’inverno e con aumenti progressivi nel corso del 2023″, ha affermato Brusco. Per quanto riguarda l’IPO di Plenitude, precedentemente fermata per il contesto di mercato non favorevole, la società ha affermato che il processo di quotazione è congelato, ma non totalmente fermo.

Le banche d'affari del consorzio composto da Goldman Sachs, Credit Suisse e Mediobanca alle quali si sono unite UniCredit, Barclays, Bank of America, BNP Paribas, Deutsche Bank ed Equita SIM, stanno continuando a lavorare sull’IPO, malgrado l’attuale situazione dei mercati sia troppo volatile per una quotazione a breve. L'obiettivo di ENI è quindi trovare una finestra temporale che sia positiva per avviare una quotazione che possa attrarre gli investitori istituzionali, probabilmente nel 2023.

Ricordiamo inoltre che il gruppo guidato dall’AD Claudio Descalzi prevede di investire almeno 2,5 miliardi di euro nel Regno Unito nei prossimi 4 anni. Nel dettaglio, l'80% dell'investimento sarà destinato a progetti di cattura della C02 e all'energia rinnovabile, mentre il restante 20% verrà impiegato nella produzione di petrolio e gas. L'impegno del gruppo segue i piani di investimento dei rivali BP e Shell. Shell ha affermato che investirà da 20 a 25 miliardi di sterline nel prossimo decennio, mentre BP 18 miliardi di sterline entro la fine del 2030.

Intanto prosegue il piano di buy back dell'azienda deliberato dall'assemblea dell'11 maggio scorso. In base alle ultime comunicazioni della società, considerando le azioni proprie già in portafoglio e l'annullamento di 34,1 milioni di azioni proprie deciso dall'assemblea dell'11 maggio, ENI detiene 100,2 milioni di azioni proprie pari al 2,81% del capitale sociale. Alla luce di ciò, ad attirare la nostra attenzione è stato il Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN DE000SN83KW9 che ha come sottostante proprio ENI. Vediamo cosa dice l’analisi tecnica sulla big cap di Piazza Affari.

 

Azioni ENI: l’analisi tecnica

Il quadro tecnico di ENI appare costruttivo nel breve periodo. I corsi si mantengono all’interno di una tendenza rialzista di breve periodo dopo aver toccato area 10,50 euro a meta luglio scorso. Per i compratori sarà importante la difesa del supporto orizzontale a 11,41 euro, livello lasciato in eredità dal minimo registrato l’8 settembre scorso.

Segnali di forza su questa zona di prezzi potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie di matrice rialzista con primo obiettivo in area 12,83 euro, resistenza che conta i minimi segnati ad aprile 2022 e i massimi di ottobre e novembre 2021. Al contrario, per il fronte ribassista, la rottura di 10,50 euro potrebbe dare ampio spazio di manovra ai venditori, potenzialmente fino al test della successiva area di concentrazione di domanda a 9,34 euro.

 

Investire sulle azioni ENI con i Certificati

La situazione descritta sinora su ENI è particolarmente interessante se si guarda al Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN DE000SN83KW9. Questo prodotto è quotato dal 9 settembre 2022 sul mercato SeDeX di Borsa Italiana a un prezzo di emissione di 88,55 euro.

Questo strumento consente agli investitori di ricevere un rimborso a scadenza di 100 euro lordi a patto che alla data di valutazione finale fissata al prossimo 20 giugno 2024 (circa 1 anno e 9 mesi) la quotazione di ENI sia superiore o uguale a quella della Barriera, fissata a 6,2 euro, circa il 53% del prezzo spot attuale del titolo.

Per questo motivo, eventuali ribassi di ENI non sarebbero un evento totalmente negativo, in quanto farebbero scendere il potenziale prezzo di acquisto del Certificato incrementando di conseguenza il rendimento potenziale a scadenza e lo spazio per un recupero più sostenuto delle quotazioni. Al momento della scrittura il Certificato quota ad un prezzo ask di 87,30 euro (guadagno lordo potenziale del 14,54% in circa 1 anno e 9 mesi), mentre le azioni ENI veleggiano circa il 47% al di sopra della Barriera.

Lo scenario negativo prevede invece che alla data di valutazione finale le quotazioni di ENI siano inferiori a 6,2 euro: il Certificato inizierà a replicare la performance negativa del sottostante calcolata rispetto allo Strike e moltiplicata per l’Importo di Calcolo di 85,3520 euro per certificato. Questo, a seconda del prezzo in cui viene acquistato il certificato, potrebbe causare una perdita sul capitale investito.

 

 

 

 

 

 

 

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