Tether Holdings si espanderà nel mercato dei prestiti per le materie prime. È quanto ha dichiarato il suo Amministratore delegato, Paolo Ardoino, precisando che la mossa della società arriva dopo aver esteso circa 1,5 miliardi di dollari di credito al settore attraverso dollari USA e la sua stablecoin USDT, ancorata alla moneta americana.
L'azienda genera un fiume di liquidità tramite la sua stablecoin, grazie a riserve per quasi 200 miliardi di dollari. In pratica, il rastrellamento di dollari e titoli di Stato americani per sostenere USDT comporta un afflusso costante di denaro, che la società utilizza in vari modi.
L'attività è altamente remunerativa: lo stesso Ardoino ha dichiarato il mese scorso di aspettarsi un utile netto di circa 15 miliardi di dollari per l'anno in corso. Negli ultimi anni, Tether ha ampliato le sue operazioni nel mercato delle materie prime, non limitandosi ai soli prestiti. Ad esempio, ha accumulato una quantità notevole di oro e ora dispone di uno dei più grandi depositi del metallo al mondo, escludendo Banche centrali e Stati nazionali.
Tether e il cambiamento nel mercato delle materie prime
Una società come Tether potrebbe introdurre un cambiamento profondo nel mercato delle materie prime. Le aziende che operano nel settore necessitano di finanziamenti per poter effettuare gli acquisti programmati. Tuttavia, non sempre hanno accesso facilitato al credito e, quanto più la loro attività è rischiosa, tanto più oneroso diventa il finanziamento. Le principali società di trading, come Trafigura e Cargill, non riscontrano problemi a ottenere denaro dalle banche tradizionali, ma le realtà più piccole affrontano spesso un canale di accesso più stretto, limitando la loro capacità di movimentare le merci.
Prendendo in prestito tramite stablecoin, non solo è possibile sostenere tassi di interesse più bassi, ma l’intero processo di erogazione, rinnovo e rimborso del capitale e degli interessi risulta molto più fluido. In questo contesto, Tether ha acquisito una quota del 70% in Adecoagro, un’importante azienda sudamericana attiva nel settore delle materie prime agricole ed energetiche. L’operazione sembra inserirsi in una strategia più ampia: integrare stablecoin come USDT nella catena del valore delle materie prime, facilitando i pagamenti transfrontalieri e riducendo tempi e costi rispetto ai metodi tradizionali.
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Una sfida non semplice
Tuttavia, poiché la stragrande maggioranza dei prestiti commerciali nel settore delle materie prime è denominata in dollari USA, molte aziende potrebbero esitare a ricevere finanziamenti in USDT. Per numerose realtà del comparto, abituate a strutture bancarie consolidate e a protocolli di compliance occidentali, accettare una stablecoin implica ancora rischi percepiti in termini normativi, reputazionali e operativi. La volatilità regolatoria del settore crypto e le incertezze sul trattamento legale degli asset digitali possono frenare l’adozione, soprattutto nei mercati più tradizionali.
Tether ha dunque davanti una sfida significativa: riuscire a garantire trasparenza, sicurezza delle riserve e integrazione con i sistemi finanziari globali. A quel punto, USDT potrebbe diventare un’alternativa sempre più competitiva nei finanziamenti internazionali. In tale scenario, il passaggio dal dollaro “bancario” al dollaro “digitale” non sarebbe più una possibilità remota, ma un’evoluzione naturale del commercio globale.