Era un fenomeno inevitabile e ora sta prendendo forma. La guerra dei prezzi sugli ETF che investono sul Bitcoin si fa agguerrita anche in quel territorio europeo dove abbondano strumenti alternavi come ETN, ETC e ETP.
Negli States la concorrenza si fa soprattutto tra i “vecchi” ETF che replicano la criptovaluta attraverso l’utilizzo di contratti futures come BITO, ProShares Bitcoin Strategy ETF, contro gli undici neo entrati nell’arena dei prodotti a replica fisica passiva ma basati sul valore spot del sottostante Bitcoin. BITO aveva prima dell’ingresso degli ETF spot (e ha ancora) spese correnti pari a 0,95% all’anno con uno spread medio bid ask di 5 punti base.
C’è da scommettere che presto misure di taglio nei costi verranno messe in campo dagli emittenti visto che il prezzo pagato è fino a quattro volte superiore quelli degli ETF ad esempio di iShares Bitcoin ETF. Da verificare cosa succederà alla liquidità degli strumenti diversi dagli ETF spot, soprattutto quelli con masse più contenute. Il rischio delisting non è basso.
ETF su Bitcoin: i vantaggi arrivano in Europa
Il beneficio comunque indiretto della quotazione degli ETF americani sul Bitcoin è arrivato anche in Europa. Recenti gli annunci di due pesi massimi del mondo ETN/ETP come Invesco e WisdomTree di voler tagliare drasticamente le commissioni sui propri prodotti.
Invesco e WisdomTree, hanno deciso di ridurre di oltre il 60% le commissioni di gestione dei loro ETP quotati in Europa. L'Invesco Physical Bitcoin, un ETP con asset in gestione da 137 milioni di dollari, subirà una riduzione delle commissioni dallo 0,99% allo 0,39%, mentre il WisdomTree Physical Bitcoin, altro strumento molto apprezzato dagli investitori europei con 325 milioni di dollari in masse amministrate, vedrà una riduzione dei costi dallo 0,95% allo 0,35%.
La normativa Ucits vieta la commercializzazione In Europa di ETF con un unico sottostante (ecco spiegato perché non esiste l’ETF sull’oro quotato in Europa) e di conseguenza per ancora tanto tempo saranno prodotti strutturati come gli exchange-traded notes (ETN) o product (ETP) a tenere banco. Possedere una nota di debito con un impegno contrattuale a replicare un sottostante è ben diverso da possedere un fondo che contiene quel sottostante, oltretutto segregato in forma separata dalle sorti dell’emittente.
La concorrenza comunque sta già portando benefici impensabili solo un anno fa e questo ci fa anche capire quanto margine di guadagno avevano gli emittenti su questi prodotti che continueranno ad essere profittevoli pur con fees ridotte del 60%. Al tempo stesso il vantaggio a cascata si rifletterà anche per altri ETN/ETP che difficilmente potranno continuare a sostenere tariffe ora sproporzionate rispetto ai crypto ETN. Comunque vada, buone notizie per gli investitori ancora una volta avvantaggiati dalla concorrenza nel settore della replica passiva degli asset finanziari.
Ed il Bitcoin rincara la dose salendo in quota 52k.