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Coinbase si scontra in tribunale con la Securities and Exchange Commission in merito alla causa riguardo le criptovalute, che l'autorità di regolamentazione considera titoli. L'esito di questa battaglia probabilmente avrà delle implicazioni importanti per gli asset digitali, anche e soprattutto perché potrebbe definitivamente chiarire qual è il ruolo della SEC nel settore in termini giurisdizionali.
Coinbase sostiene la tesi che il regolatore USA abbia superato i limiti della sua autorità in quanto entra in un terreno che non le compete. In altri termini, il più grande exchange del mondo ritiene che gli asset crittografici scambiati sulla sua piattaforma siano cosa diversa dalle azioni e dalle obbligazioni; pertanto, non possono essere equiparati a titoli registrati.
La SEC, invece, citando in giudizio Coinbase a giugno scorso, afferma che almeno 13 token avrebbero dovuto essere registrati come titoli presso l'authority e quindi la società di San Francisco agirebbe illegalmente come una Borsa valori. Nel mirino anche il programma di staking dell'azienda, attraverso cui prende commissioni, che dovrebbe essere anch'esso registrato.
Coinbase: la SEC non arretra nella guerra alle criptovalute
L'ostilità della SEC nei confronti del settore delle criptovalute si trascina da tempo e non si è ammorbidita nemmeno dopo alcune sconfitte giudiziarie subite dal regolatore.
Lo scorso anno l'autorità giudiziaria ha stabilito che Ripple Labs non ha violato la legge federale sui titoli riguardo il suo token XRP. Questa è stata una grande vittoria per il settore delle criptovalute e ha costituito il pretesto per Coinbase per chiedere al giudice che si è occupato della causa con la SEC, Katherine Polk Failla, di archiviare il procedimento.
Dal canto suo, l'istituto guidato da Gary Gensler ha ribattuto citando una precedente sentenza di un altro tribunale che riguardava lo sviluppatore crittografico Terraform Labs e nella quale si dava ragione alla posizione della SEC.
In tale contesto, le società che gestiscono le piattaforme ritengono che in molti casi le norme non sono chiare e che occorra una regolamentazione del settore per mettere fine ai difetti di interpretazione.
Bitcoin & Co. : per la SEC rimangono asset a rischio
Le preoccupazioni della SEC si estendono ad ampio raggio e vertono sul fatto che le operazioni sulle criptovalute che sfuggono al suo controllo possano dare adito a frodi e manipolazioni ledendo l'interesse degli investitori. Si è visto chiaramente anche con gli ETF su Bitcoin. Per lunghi 10 anni, la SEC si è opposta sistematicamente al debutto in Borsa di fondi che riproducevano il prezzo spot di Bitcoin, concedendo viceversa il lasciapassare per gli stessi prodotti future.
Solo la scorsa settimana si è piegata alle pressioni, dietro una garanzia di sorveglianza delle Borse e dopo una sonora sconfitta ad agosto in tribunale contro il gestore Grayscale Investments. Tuttavia, il regolatore USA non ha abbassato la guardia, ribadendo i rischi per chi investe negli asset digitali e precisando che ciò che ha approvato non apre le porte al suo benestare nei confronti delle criptovalute.