L'S&P 500 ha superato di slancio la soglia psicologica a 4.200 punti e questo è un segnale molto importante per Wall Street. Infatti, lo scorso anno sono stati necessari ben 15 tentativi per superare questo ostacolo. A far scattare la molla probabilmente è stato l'ultimo rapporto sull'occupazione americana, che ha riportato un mercato del lavoro ancora in grande salute. Questo segnala che l'economia americana sta tenendo botta, nonostante la
Federal Reserve abbia messo in campo la politica monetaria più aggressiva degli ultimi 40 anni. Tuttavia, gli investitori si aspettano che la Banca centrale statunitense non metta troppa pressione alzando i tassi d'interesse più di una volta questa estate.
La prossima settimana ci sarà la due giorni di riunioni (13-14 giugno) e lì bisognerà vedere se la Fed effettivamente si prenderà una pausa, come aveva annunciato nel meeting di maggio. Ad ogni modo, anche se non sarà questa volta, è probabile che un'altra stretta di un quarto di punto ci sarà in seguito, dal momento che l'inflazione (soprattutto quella core) è ancora lontana dagli obiettivi fissati a Washington.
Wall Street: ecco il prossimo ostacolo per l'S&P 500
Una volta superato lo scoglio di 4.200 punti, è normale che il mercato guardi lontano, in particolare al record storico di 4.796 dell'inizio del 2022. Di mezzo però ci sono ancora ostacoli arcigni da oltrepassare. In particolare, vi è la resistenza a 4.300, che rappresenta il massimo del mini-rally terminato ad agosto 2022. Da allora, il mercato non ha più avuto la forza di andare oltre, perché la Fed aveva ribadito che gli incrementi del costo del denaro sarebbero proseguiti ancora per parecchio tempo e l'incertezza su quanto avrebbe retto l'economia americana era elevata.
Oggi la situazione non è molto diversa. O meglio, l'istituto guidato da
Jerome Powell è alla fine del suo ciclo di strette, ma ancora non si sa quale sia l'effetto reale sull'economia. In altri termini, sembra che le mosse della Fed finora non abbiano sortito portato a quel raffreddamento che si pensava. Questo implica che ancora le manifestazioni negative sul PIL e su altre variabili macroeconomiche devono vedersi nella loro interezza. Solo che ora
si è aggiunta la crisi bancaria che potrebbe far peggiorare le cose, in quanto il credito a famiglie e imprese sarà tagliato e la produzione farà ancora più fatica a ripartire in caso di recessione.
Tutto ciò probabilmente impatterà sugli utili aziendali, ma non vuol dire necessariamente una catastrofe per l'S&P 500. A volte l'indice americano si accontenta di catalizzatori più lievi per fare il suo corso. Il quadro tecnico ad esempio sorride agli investitori in questo momento: dopo mesi di discesa, la media mobile a 200 giorni del benchmark è salita nelle ultime settimane. Questo è un segnale che gli investitori stanno prendendo più fiducia ad acquistare a prezzi più alti. La domanda è quanto il mercato riuscirà a spingersi oltre, tenuto conto che proprio i prezzi alti possono essere un intralcio, con l'S&P 500 che scambia a oltre 18 volte gli utili attesi.