Dopo aver perso quote di mercato nei confronti del rivale Advanced Micro Devices ed aver faticato per raggiungere i target, la scorsa settimana Intel ha tagliato il dividendo del 66% portandolo a 50 centesimi per azione. Al di là della debolezza delle vendite dovuta al calo della domanda di PC, una sforbiciata così netta della cedola fa pensare a un problema più ampio che riguarda tutto il contesto in cui si trova l'economia. Ma soprattutto accende un faro sulle altre società a Wall Street che potrebbero mettere in campo misure simili.
Nell'ultimo anno, gli analisti hanno abbassato del 10,5% la stima sui profitti delle aziende che fanno parte dell'indice S&P 500. Se le previsioni dovessero trovare conferma nelle risultanze trimestrali, sono diverse le imprese a rischio, in particolare quelle che hanno un payout ratio molto elevato. Alcune infatti vogliono comunque mantenere una certa liquidità di cassa, in modo da poterla reinvestire in nuove opportunità aziendali. Di conseguenza, nel momento in cui dovessero calare i guadagni, è probabile che ad essere sacrificati saranno i dividendi.
Wall Street: chi taglierà i dividendi?
Se quindi l'economia dovesse indebolirsi, quali potrebbero essere le società candidate a tagliare la cedola? In realtà bisogna fare una distinzione tra aziende di qualità superiore, che anche in presenza di una riduzione degli utili godono di un livello di liquidità che potrebbe permettere loro di confermare i dividendi, e società che sono molto sensibili a una riduzione dei profitti.
Nel primo caso è più probabile che le cedole verrebbero toccate solo nella circostanza in cui si configurasse uno scenario fortemente recessivo. Ad esempio, colossi come Home Depot, Mc Donald's e Darden Restaurants hanno payout rispettivamente del 52%, 58% e 62%, e sono tutti esposti a un calo della spesa dei consumatori in caso di contrazione economica. Allo stesso modo, il gigante del rame Southern Copper ha un tasso di pagamento del 79% e il produttore di materiali Dow Inc. un payout dell'88%. A meno di un forte rallentamento economico, tutte queste realtà difficilmente andranno a tagliare la cedola.
Altre aziende invece sono più esposte. Una è VF Corporation, impresa di abbigliamento statunitense che fattura quasi 10 miliardi di dolari e ha un payout ratio dell'86%. Il problema della società è che il suo debito netto da quasi 5 miliardi di dollari è circa 3,3 volte l'Ebirda previsto per il 2023 di 1,4 miliardi di dollari, mentre lo stesso rapporto nel caso dell'S&P 500 si aggira intorno a 1,2 volte. Ciò significa che se le stime sugli utili scendono, la società potrebbe privilegiare la riduzione del debito a scapito di una remunerazine degli azionisti.
Un'altra azienda nel mirino potrebbe essere Kohl's, catena di negozi al dettaglio con sede a Menomonee Falls, in Wisconsin. Il distributore ha entrate per 3,3 miliardi di dollari e un payout del 66%. Il debito netto ammonta però a 4,13 miliardi di dollari, pari a 2,6 volte l'Ebitda. Con un rapporto di oltre il doppio rispetto a quello del principale benchmark americano, Kohl's si trova, in tema di dividendi, in una situazione simile a quella di VF Corporation.