Questa settimana potrebbe essere decisiva per Wall Street. Alcuni grandi eventi hanno tutte le carte in regola per
segnare il corso delle azioni nei prossimi mesi. A stretto giro
Apple lancerà la sua linea di prodotti aggiornati, con alcune novità rivoluzionarie che potrebbero determinare le vendite future dell'azienda;
Alphabet riceverà il verdetto su una causa triennale che vede coinvolta l'autorità Antitrust; mentre il progettista di chip Arm Holdings si accinge a quotarsi in quella che sarà la più grande
IPO americana dal 2021. Gli investitori potrebbero ottenere grandi guadagni da questi appuntamenti, ma si espongono a rischi che non devono essere sottovalutati.
Apple: domani arriva l'iPhone 15
I riflettori domani saranno puntati sull'evento dell'anno per Apple, che introduce la nuova versione dell'iPhone. Il dispositivo, che è arrivato alla quindicesima edizione, vedrà chip di nuova generazione e soprattutto il passaggio dai connettori Lightining allo standard USB-C. I prezzi saranno più alti rispetto al vecchio modello e le vendite sono previste in aumento.
Insieme all'iPhone 15, che come sempre avrà quattro versioni (due base e due Pro), ci saranno le nuove serie di Apple Watch e di AirPods. In particolare, sono attese comunicazioni riguardo la produzione degli smartwatch attraverso stampanti 3D, più efficienti ed ecologicamente più rispettose dell'ambiente.
Quest'anno non è detto però che tutte queste novità porteranno a guadagni delle azioni. Ci sono almeno tre motivi di preoccupazione per il colosso di Cupertino.
In primis la spesa dei consumatori di telefoni cellulari sta drammaticamente riducendosi da parecchi mesi. Sulla base dei dati forniti da Counterpoint Research, le spedizioni globali sono crollate del 9% anno su anno nel secondo trimestre.
In secondo luogo la
Cina, mercato fondamentale per Apple, sta attuando pressioni sulla società americana
impedendo ad alcuni funzionari governativi di utilizzare l'iPhone. Questa è una mossa che di per sé potrebbe non impattare più di tanto sulle vendite dell'azienda, ma il discorso cambia se rappresenta l'inizio di una lunga repressione che coinvolge una platea più alta di consumatori (
Apple: ecco perché le azioni potrebbero scendere fino a 150 dollari). "La Cina potrebbe potenzialmente essere sulla buona strada per diventare più nazionalista, una mossa che metterebbe a rischio oltre 30 miliardi di dollari di profitti operativi, se le autorità decidessero di limitare l'accesso di Apple al mercato cinese", ha affermato Erik Woodring, analista di Morgan Stanley. Tuttavia, l'esperto ritiene improbabile il verificarsi di questo scenario, se non altro perché Apple esercita un ruolo molto importante nell'economia del Dragone.
Infine, c'è da segnalare il rischio che proviene da Huawei, principale competitor di Apple in Cina. Il gigante cinese è stato colpito in passato da alcuni provvedimenti del Dipartimento del Commercio USA, che ha vietato ai produttori di chip americani come Nvidia e Advanced Micro Devices di fornire semiconduttori di fascia alta e apparecchiature per la produzione degli stessi a Huawei. La società di Shenzhen però è riuscita a produrre uno smartphone tecnologicamente a livello di quello di Apple, superando le restrizioni. Ciò implica che le aziende cinesi dal punto di visto tecnologico rimangono agguerrite e questo per l'azienda californiana costituisce una minaccia in termini di quota di mercato e quindi di vendite in Cina.
Alphabet: il verdetto antitrust
Domani andrà in scena il processo nel Tribunale federale di Washington riguardo la causa che il Dipartimento di Giustizia USA ha intentato contro Google accusandola di esercitare un monopolio illegale nel mercato della ricerca su Internet. Dal canto suo, il gigante del Web ha definito questa causa, che si trascina dal 2020, "profondamente sbagliata". Le decisioni del Tribunale saranno molto importanti, soprattutto se dovessero vertere contro Alphabet.
Il punto chiave è il rapporto tra la posizione di Google e l'iPhone di Apple. Se il giudice impone la fine del rapporto in esclusiva tra le due Big Tech, ci potrebbero essere due conseguenze: una è che Microsoft ne trarrà vantaggio con il suo motore di ricerca Bing, l'altra è che Apple potrebbe essere spinta a sviluppare un suo motore di ricerca. In entrambi i casi, le entrate dalla pubblicità di Google rischiano di colare a picco.
Arm: IPO da record, ma attenzione ai rischi
Arm debutterà a Wall Street mercoledì con una valutazione che potrebbe superare i 54,5 miliardi di dollari. Con queste cifre, si tratterebbe della più grande IPO degli ultimi due anni, seconda solo a quella di Rivian Automotive che è stata valutata 64,5 miliardi di dollari. Il prezzo delle azioni sarà compreso tra 47 e 52 dollari, il che implica nella fascia alta una raccolta vicina ai 5 miliardi di dollari.
I numeri per un grande successo ci sono, considerato che il progettista di chip britannico ha già ricevuto la disponibilità all'acquisto delle azioni da alcune grandi aziende tecnologiche in affari con Arm come Apple, Google, Intel, Nvidia, Samsung e Taiwan Semiconductor.
Il problema però sta ancora una volta nella Cina. L'azienda di Cambridge produce il 25% delle sue entrate in territorio cinese e questa esposizione potrebbe far emergere lo stesso problema che ha Apple in questo momento. Ciò rischia di rendere nervosi gli investitori, che sarebbero frenati dal buttarsi a capofitto nell'offerta pubblica iniziale.