Apple sta attraversando un periodo di difficoltà a Wall Street. Nell'ultima seduta alla Borsa americana, le azioni sono crollate del 2,92% a 177,56 dollari, portando al 6,5% il passivo negli ultimi due giorni. Ciò ha significato che
quasi 200 miliardi di dollari di capitalizzazione sono stati polverizzati. Dall'inizio dell'anno il titolo di Cupertino è ancora in crescita di quasi il 37%, ma dal massimo storico del 31 luglio ha perso circa il 10% del suo valore.
Martedì 12 settembre la società lancerà l'iPhone 15 e l'appuntamento non arriva in un clima ideale. Il colosso californiano è stato colpito da un
doppio smacco proveniente dalla Cina. Dapprima le autorità di Pechino hanno vietato l'uso dell'iPhone ad alcuni funzionari governativi, creando le premesse per una stretta di più ampio raggio. Successivamente è stato annunciato il nuovo modello di smartphone di Huawei, la cui tecnologia avanzata è riuscita a superare le sanzioni statunitensi sui chip di fascia alta e soprattutto a colmare il divario con Apple (
Apple: una nuvola nera chiamata Huawei si abbatte sul gigante iPhone).
Azioni Apple: ecco dove potrebbero arrivare
Se prima le azioni Apple erano viste come un treno senza fermate, ora destano preoccupazioni. Al punto che in molti si chiedono se i cali visti nell'ultimo periodo potrebbero continuare e fino a dove.
Secondo John Roque, senior managing director di 22V Research, il titolo del produttore di iPhone potrebbe perdere ancora terreno fino ad arrivare a 150 dollari. Tale considerazione si basa sul grafico azionario della società e sulle correzioni passate dopo i guadagni. A quest'ultimo riguardo, la correzione media di Apple è circa del 35% nell'ultimo decennio. Ciò non significa che si manifesterà per forza, ma Roque osserva che qualora dovesse configurarsi questo scenario le azioni Apple scivolerebbero sotto la soglia di 130 dollari. Tuttavia, l'esperto sottolinea come lo slancio settimanale al rialzo del titolo abbia raggiunto il suo picco a fine luglio e da allora vi è stata una correzione più lieve.
Daniel Ives, analista di Wedbush, invece
pone l'accento sui fondamentali, minacciati fortemente dalla Cina. Secondo Ives, il divieto dell'iPhone ai dipendenti delle agenzie governative cinesi equivale a un calo di 500 mila unità del dispositivo. Tuttavia, l'analista ritiene che circa 45 milioni di iPhone saranno venduti in Cina nei prossimi 12 mesi, in quanto Apple conserva sempre una quota di mercato elevata. Al riguardo, secondo gli ultimi dati della società di ricerca IDC, la quota della società guidata da
Tim Cook risulta del 65%, mentre il colosso cinese Huawei occupa il 18% del mercato. Di conseguenza, Ives ha un prezzo obiettivo a 12 mesi di 230 dollari sulle azioni Apple, il che implica un rialzo quasi del 30% rispetto alle quotazioni attuali.
Per gli analisti di Evercore ISI, le strette del governo cinese rimangono un'incognita, nel senso che non è ancora chiaro fin dove potrebbero estendersi. "Poiché la Cina rappresenta circa il 19% delle entrate di Apple, che ha sostenuto oltre cinque milioni di posti di lavoro in Cina a partire dal 2019, sarebbe difficile per il Partito comunista cinese intraprendere un'azione più diretta contro Apple senza influire sui posti di lavoro cinesi", ha scritto lo strategist di Evercore Neo Wang.
Le cose potrebbero cambiare se Apple spostasse le catene di approvvigionamento fuori dalla Cina a un ritmo troppo elevato. Questo "potrebbe attirare l'ira di Pechino, che a quel punto eserciterebbe una sorta di spedizione punitiva nei confronti della società americana", ha precisato Wang. Per ora, comunque, Evercore mantiene il rating "Outperform" sulle azioni Apple con prezzo obiettivo a 210 dollari.
Lo stesso target è dato dagli analisti di Bank of America. "Il lancio dell'iPhone 15 potrebbe aumentare il prezzo più del previsto, oppure i divieti cinesi potrebbero rivelarsi meno severi di quanto temuto", hanno affermato.