Michael Hartnett si conferma scettico sul rally delle azioni americane. Negli ultimi due anni lo strategist di Bank of America è sempre stato ribassista. Ma, se nel 2022 ha centrato in pieno le previsioni, per l'anno in corso ha totalmente sbagliato pronostico dal momento che, finora, l'S&P 500 ha guadagnato circa il 20%.
Adesso, Hartnett prevede che nel primo trimestre del 2024 i mercati azionari scenderanno perché i rendimenti più bassi rilanceranno il rally delle obbligazioni. "I rendimenti più bassi sono stati uno dei principali catalizzatori dei guadagni azionari nel trimestre in corso", ha scritto in una nota. Ora però "la narrativa di rendimenti più bassi = azioni più alte si è trasformata in rendimenti più bassi = azioni più basse".
In sostanza, il concetto è che quando i rendimenti scendono troppo viene messo in discussione il fatto che l'economia americana stia effettuando un atterraggio morbido, al che gli investitori si rifugiano nelle obbligazioni mettendo da parte le azioni.
Wall Street: l'economia USA è ancora in salute
L'economia americana però sembra ancora lontana da un atterraggio duro. La dimostrazione è venuta dai dati sull'occupazione della scorsa settimana, che hanno riportato un mercato del lavoro in grande spolvero. Il tasso di disoccupazione per il mese di novembre è tornato a scendere al 3,7%, contro il 3,9% atteso dagli analisti. Mentre il numero dei nuovi occupati è balzato a 199 mila unità, ben oltre le +180 mila stimati dal consensus. Hartnett aveva detto che se le buste paga fossero aumentate di meno di 100 mila unità, sarebbe stato un altro segnale di atterraggio duro. Evidentemente ancora non è il momento.
Le previsioni di Hartnett sono in contrasto con quelle di un altro analista di BofA, Savita Subramanian, che invece vede un livello record di 5.000 punti dell'indice S&P 500 il prossimo anno per effetto del raffreddamento dell'inflazione e di utili aziendali in crescita. "Con i suoi rialzi dei tassi, la
Federal Reserve ha ridotto l'inflazione e reso le aziende più efficienti", aveva affermato verso la fine del mese scorso.
L'attenzione comunque è tutta concentrata su questa settimana, quando verranno rilasciati i dati sull'inflazione nella giornata di martedì e la Fed comunicherà le decisioni sui tassi il giorno dopo. Ormai è quasi scontato che i tassi abbiano raggiunto il picco a meno di notizie shock sul fronte inflazionistico. Mentre il mercato si aspetta il primo taglio a marzo 2024 di un quarto di punto.
David Kostin di Goldman Sachs e Michael Wilson di Morgan Stanley sono più neutrali sulle azioni, prevedendo per il benchmark statunitense livelli di poco maggiori rispetto a quelli attuali.