L'attesa è finita a Wall Street: oggi finalmente si vota per
eleggere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Le ultime due settimane hanno visto un ritracciamento delle azioni USA dopo che l'indice S&P 500 ha aggiornato il suo massimo storico a 5.878 punti. Sulla Borsa americana regna sovrana l'indecisione, in quanto i risultati dei sondaggi non hanno dato un'indicazione chiara su chi potrebbe sedere alla Casa Bianca tra
Donald Trump e
Kamala Harris. Anzi, l'incertezza potrebbe addirittura prolungarsi con i conteggi in alcuni stati in bilico. Se poi le votazioni dovessero essere contestate, per l'esito finale delle urne potrebbe volerci settimane.
Wall Street è sembrata apprezzare più una presidenza Trump, per via del taglio delle tasse alle società che il tycoon ha in programma, ma la politica commerciale dei dazi che metterà in piedi il leader repubblicano potrebbe creare tensioni internazionali destabilizzando i mercati. Una vittoria di Harris potrebbe garantire una maggiore stabilità nei rapporti con gli altri Paesi, ma la candidata dei democratici ha intenzione di attuare una stretta fiscale sulle società e sulle plusvalenze finanziarie, cose poco gradite agli operatori.
Wall Street: ecco cosa pensano le grandi banche USA
Alcune grandi banche americane sono convinte che una vittoria di Trump alla fine sarebbe benefica per le azioni, soprattutto in considerazione del calo dei rendimenti obbligazionari. Questi ultimi scenderebbero per via delle aspettative di crescita economica con il 78enne newyorchese alla Casa Bianca, hanno affermato in una nota gli strategist di Morgan Stanley. Ciò sarebbe positivo per le azioni, in particolare per quelle cicliche come i finanziari e gli industriali. Tuttavia, verrebbero penalizzati i titoli di quelle società sensibili ai dazi, hanno aggiunto.
Una vittoria di Harris e un Congresso diviso, invece, sosterrebbero nel breve termine le azioni esposte ai dazi e delle energie rinnovabili, ha scritto il team di Morgan Stanley. Al contrario, i finanziari, gli industriali e i settori delle materie prime potrebbero sottoperformare, ha aggiunto la banca statunitense.
Sulla stessa lunghezza d'onda gli strategist di JP Morgan Chase, che esortano gli investitori azionari a tenere d'occhio i rendimenti del mercato obbligazionario. "Mentre le azioni potrebbero avere un rimbalzo istintivo su una vittoria di Trump, in sintonia con il modello del 2016, la sostenibilità del movimento rialzista dipenderà probabilmente dall'entità della risposta dei rendimenti obbligazionari".
Gli esperti di JPM ritengono che una vittoria di Trump comporterebbe una reazione positiva del mercato, che per giunta è ampiamente prevista. Qualora fosse Harris ad avere la meglio, "l'incertezza sul percorso delle tasse sulle società aumenterebbe nel breve termine, anche se nel medio termine le azioni potrebbero trovare sostegno dalla riduzione del rischio di dazi", hanno scritto.