Kamala Harris, chi è la candidata vicepresidente di Joe Biden | Investire.biz

Kamala Harris, chi è la candidata vicepresidente di Joe Biden

28 ago 2020 - 15:00

30 nov 2022 - 20:59

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Chi è Kamala Harris? Ecco la vita, gli studi e la carriera della candidata vicepresidente USA di Joe Biden

Figlia di una tamil e di un jamaicano, Kamala Devi Harris è il nuovo sogno americano. In vista delle elezioni presidenziali statunitensi di inizio novembre, scopriamo insieme chi è la prima donna afroamericana candidata vicepresidente USA.

Nata a Oakland il 20 ottobre 1964, Kamala Devi Harris è una politica statunitense. Dal 2017 è senatrice per lo stato della California. Il 12 agosto 2020 è stata scelta dal candidato democratico Joe Biden come candidata vicepresidente in vista delle elezioni presidenziali in agenda il 3 novembre. Ecco tutto quello che c’è da sapere su di lei.
 

Origini e studi universitari

Harris è cresciuta a Berkeley, California, assieme alla sorella minore Maya Harris. Sua madre, Shyamala Gopalan, era un'oncologa specializzata nel cancro al seno, emigrata dall’India nel 1960 per conseguire un dottorato in endocrinologia presso U.C. Berkeley. Suo padre, Donald Harris, è professore emerito di economia presso la Stanford University, anche lui emigrato dalla Colonia della Giamaica nel 1961 per laurearsi in economia alla U.C. Berkeley. In un articolo del 2018 in Jamaica Global, Donald Harris affermò di essere discendente dello schiavista Hamilton Brown. Avendo origini indiane tamil e giamaicane, Kamala Harris si identifica semplicemente come "americana".

Ha frequentato sia una chiesa battista per neri sia un tempio induista, talvolta con la sorella faceva visita alla famiglia materna a Madras (oggi Chennai), in India. Per questo motivo, Harris scrive nella sua biografia di capire qualche parola di lingua tamil.

Sua madre ha insistito per dare alle figlie nomi associati alla cultura indiana per cercare di preservare la loro identità. Kamala fu chiamata "Kamala Devi" per motivi religiosi, poiché sono entrambe parole derivate dalla mitologia induista. "Kamala" in sanscrito significa "loto" ed è un nome alternativo della dea Lakshmi, spesso rappresentata con tale fiore, "Devi" in sanscrito significa "dea" ed è pure il nome della divinità femminile che protegge i villaggi.

I suoi genitori divorziarono quando lei aveva sette anni. Quando aveva 12 anni, Harris e sua sorella si trasferirono con la madre a Montréal, in Canada, dove la madre era diventata ricercatrice presso il Jewish General Hospital e insegnante presso la McGill University.

Kamala frequentò la Westmount High School a Westmount, diplomandosi nel 1981. Nel 1986 conseguì due specializzazioni in scienze politiche ed economia alla Howard University di Washington D.C., fece un tirocinio come impiegata all'ufficio posta del senatore californiano Alan Cranston, divenne membro della società economica, guidò la squadra del dibattito, manifestò contro l'apartheid e si affiliò alla sorellanza Alpha Kappa Alpha.

Harris ritornò in California, dove nel 1989 conseguì lo Juris Doctor presso lo University of California, Hastings College of the Law di San Francisco. Superò l'esame di avvocato e ottenne l'ammissione allo State Bar of California il 14 giugno 1990.
 

La carriera da procuratore

Nel 1990 Harris fu assunta come vice procuratore distrettuale della Contea di Alameda, dove si fece notare per le sue abilità. Nel 1994 il portavoce della California Assembly Willie Brown, che aveva una relazione con Harris, la nominò membro dell'Unemployment Insurance Appeals Board dello Stato e in seguito della California Medical Assistance Commission. Harris prese un periodo di aspettativa dal lavoro di procuratore per svolgere queste due nuove mansioni.

Nel febbraio 1998 il procuratore distrettuale di San Francisco Terence Hallinan assunse Harris come assistente procuratore distrettuale. Lì, divenne capo della Career Criminal Division, coordinando altri cinque procuratori e seguendo casi di omicidio, violazione di domicilio, rapina, violenza sessuale e soprattutto casi ricadenti nella three-strikes law, una legge che prevede inasprimenti di pena per la recidiva.

Harris entrò in contrasto con l'assistente di Hallinan, Darrell Salomon, quanto alla Proposition 21, che avrebbe offerto ai procuratori l'opzione di processare gli imputati minorenni davanti la Superior Court invece che davanti ai tribunali per i minori. Harris fece propaganda contro la misura e Salomon reagì scaricando le inchieste giornalistiche circa la Proposition 21 su Harris e demansionandola con altri incarichi. Kamala presentò un reclamo contro Salomon e se ne andò.

Nell'agosto 2000 intraprese una nuova occupazione presso il Municipio di San Francisco, lavorando per il city attorney Louise Renne. Gestiva la Family and Children's Services Division patrocinando casi di maltrattamento di bambini e di abbandono.

Nel 2002 iniziò a raccogliere supporto per candidarsi contro Hallinan, chiamando Mark Buell, patrigno della sua amica Summer Tompkins Walker, per informarlo delle proprie intenzioni. Buell si propose di farle da responsabile finanziario per la campagna elettorale e la avvisò che avrebbe dovuto raccogliere più di 150 mila dollari per battere l'avversario, la più alta somma mai raccolta per quella carica.

Harris cercò di condurre una campagna che sovvertisse lo stereotipo delle donne di colore e costituì il suo ufficio per la campagna a Bayview, un quartiere di San Francisco. La macchina elettorale di Harris riuscì a influire sulla Commissione Centrale dei Dem californiani, facendo ritirare l'appoggio al candidato uscente.

Hallinan e Fazio cercarono di far passare Harris per l'amichetta di Willie Brown, che per lei avrebbe fatto campagna e raccolto fondi attraverso un Political action committee. Harris negò di trarre vantaggio finanziario da Brown, all'epoca Sindaco di San Francisco, e bollò le affermazioni usate per collegarlo a Brown come misogine.

Nell'ottobre 2003 la San Francisco Ethics Commission rilevò che Harris aveva senza intenzione violato la legge della città sul finanziamento delle campagne elettorali superando il limite di 211 mila dollari di spesa volontaria. Nella circostanza fu comminata quella che all'epoca era considerata la più alta sanzione pecuniaria per quella legge: la Ethics Commission irrogò 34 mila dollari tra sanzioni e misure correttive e le ordinò di sostenere inserzioni a pagamento su quotidiani per informare gli elettori che aveva superato il limite di spesa.

Harris spese quasi 625 mila dollari mentre Hallinan poco più di 285 mila dollari. Entrambi accedettero al ballottaggio elettorale generale con, rispettivamente, il 33 e il 37% dei voti. Al ballottaggio, Harris si impegnò a non richiedere mai la pena di morte e ad invocare la three-strikes law solo contro chi si fosse macchiato di crimini violenti. Harris condusse la sua campagna sostenuta da Willie Brown, dalla senatrice Dianne Feinstein, dallo scrittore e fumettista Aaron McGruder, dai comici Eddie Griffin e Chris Rock. Harris vinse con il 56% dei voti, diventando il primo procuratore distrettuale di colore in California.

Il suo incarico durò dal 2004 al 2011. Nel 2009 Harris fece salire il tasso di condanna per reati gravi dal 50%, tasso prima del suo mandato, al 76%. Le condanne per spaccio di droga crebbero dal 56% del 2003 al 74% del 2006. Nell'estate 2005 Harris creò un'unità per i reati ambientali.

Sotto la direzione di Harris, l'ufficio del procuratore ottenne più di 1900 condanne relative a stupefacenti, tra cui persone condannate per reati di marijuana. Il tasso a cui l'ufficio di Harris perseguì i reati di marijuana fu superiore a quello di Hallinan, ma il numero di imputati condannati alla prigione di Stato per tali reati fu notevolmente inferiore. Raramente con Harris si procedette per reati lievi di marijuana, con il suo ufficio che era solito seguire la prassi di non richiedere la carcerazione per reati simili.

È senatrice dal 2016, anno in cui vinse le primarie interne al Partito Democratico, per poi ottenere uno dei due seggi attribuiti alla California, battendo la sfidante Repubblicana con il 62,5% dei voti. Considerata come uno dei volti progressisti dei Dem, la Harris durante il suo mandato come senatrice si è battuta per un percorso di cittadinanza per gli immigrati illegali, l’estensione dell’assistenza sanitaria, la legalizzazione delle droghe leggere e l’aumento delle tasse per le corporation.

 

Candidatura alle primarie democratiche 2020

Il 21 gennaio 2019 Harris annuncia la sua candidatura per le primarie democratiche in vista delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2020. Nelle successive 24 ore riuscì a raccogliere la somma di 1,5 milioni di dollari, superando il record stabilito da Bernie Sanders nel 2016.

Il 27 gennaio più di 20 mila persone hanno partecipato all'evento per il lancio ufficiale della candidatura alla Frank Ogawa Plaza nella sua città natale di Oakland, in California.

Considerata per alcuni mesi un promettente candidato, la sua caduta nei sondaggi d'opinione e una raccolta fondi fallimentare, incapace di coprire le spese da sostenere nelle primarie, costringono la senatrice a ritirare la propria candidatura presidenziale il 3 dicembre 2019.

Nel marzo 2020 ha dato il suo appoggio a Joe Biden, risultando una delle possibili scelte di Biden come candidata Vicepresidente. L'11 agosto 2020 il candidato democratico alla presidenza ha ufficializzato la scelta di Kamala Harris come candidata alla vicepresidenza. È la prima donna di colore ad essere scelta come compagna di corsa del candidato alla presidenza di un importante partito.
 

Vita privata

Dal 2014 Kamala Harris è sposata con l'avvocato californiano Douglas Emhoff. La coppia non ha figli anche se la donna ha un buon rapporto con Cole ed Ella, i due ragazzi nati dal precedente matrimonio del marito. La sorella Maya Harris è analista politico, il cognato è Tony West, General Counsel di Uber ed ex funzionario del Dipartimento di Giustizia d

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