Volkswagen non quoterà la sua unità di batterie per auto elettriche PowerCo prima del 2026. Almeno questo è quanto risulta dalle dichiarazioni rilasciate da parte dell'Amministore delegato della divisione Group Components della casa automobilistica tedesca, Thomas Schmall. "In una seconda fase, un'
IPO rimane un'opzione per il futuro. Tuttavia, affronteremo la questione solo una volta che le fabbriche saranno attive e funzionanti e la cella standardizzata sarà in uso", ha affermato.
Il 2026 dovrebbe essere la data più indicata, precisa Schmall, perché fino ad allora l'azienda sarà in grado di utilizzare la sua cella unificata - cella singola in tre diverse sostanze chimiche - almeno sull'80% delle auto elettriche.
Volkswagen: gli obiettivi con PowerCo
PowerCo è stata separata dal business del gruppo a metà del 2022 con l'obiettivo di quotarsi in Borsa a partire dal 2024, senza però dare indicazioni circa i tempi precisi. Nel frattempo Volkswagen ha investito 20 miliardi di euro per gli impianti in modo da raggiungere una capacità di produzione di 240 GW entro la fine del decennio. Tutto ciò era finalizzato a migliorare la catena di approvvigionamento e insidiare Tesla nella leadership del mercato EV.
Il produttore con sede a Wolfsburg ha annunciato l'apertura di tre fabbriche per celle di batterie nella città di Salzgitter il prossimo anno, in quella di Valencia nel 2026 e a Ontario nel 2027. Per ora l'azienda non tiene in considerazione di costruire un altro impianto in Europa per ragioni "competitive e di costi", ha puntualizzato Schmall. L'obiettivo finale è quello di arrivare a vendite dell'unità per 20 miliardi di euro entro il 2030.
IPO: 3 ragioni del rallentamento del mercato in Europa
La mancata quotazione, almeno nell'immediato, di PowerCo è un altro colpo per il mercato delle IPO in Europa. Nel 2023, nel Vecchio Continente si è registrato il livello più basso dal 2016 e le ragioni sono diverse.
La prima riguarda gli elevati tassi di interesse che rendono più costosi i finanziamenti per investire nello sviluppo delle auto elettriche. Tra l'altro, gli investitori sono frenati perché prendere a prestito del capitale per impiegarlo nelle nuove aziende è diventato più oneroso.
La seconda ragione allude alla redditività delle società debuttanti. Nel mercato dei veicoli elettrici si è verificato un certo rallentamento della crescita, con gli attori più piccoli che stanno accumulando perdite finanziarie. Ciò ha raffreddato l'entusiasmo che c'era un tempo per gli investitori, i quali ora vogliono vedere i flussi di cassa prima di mettere denaro nelle società quotate.
Una terza motivazione attiene alla scarsa fiducia che in questo momento aleggia tra i vari player sul mercato nell'ambito degli accordi di collaborazione. In altri termini, se non ci sono solide partnership con le case automobilistiche, è difficile che il sentiment del mercato risulti positivo.