Elon Musk ha fatto causa a OpenAI e al suo Amministratore delegato Sam Altman. Nella documentazione depositata presso il Tribunale di San Francisco, il CEO di Tesla e co-fondatore di OpenAI ha accusato la società e l'attuale guida di aver
anteposto il profitto all'originale mission di ente a beneficio a favore dell'umanità.
Secondo Musk, quando è stata creata, OpenAI aveva come obiettivo quello di sviluppare una tecnologia open source, di cui quindi tutti avrebbero potuto usufruirne liberamente. Con l'accordo con Microsoft, invece, la startup avrebbe tradito i suoi intenti iniziali mirando a ottenere guadagni dalla sua attività e soprattutto amplificando i profitti per il gigante tecnologico di cui è partner. "Ad oggi, il sito web di OpenAI Inc. continua a professare che il suo statuto è quello di garantire che l'AGI (Artificial General Intelligence) 'vada a beneficio di tutta l'umanità'. In realtà, però, OpenAI Inc. è stata trasformata in una sussidiaria de facto closed-source della più grande azienda tecnologica del mondo: Microsoft", si legge nella causa.
Musk ha accusato anche il presidente di OpenAI, Greg Brockman, e Microsoft di essersi adoperati per estromettere la maggior parte del Consiglio di amministrazione della start-up con sede a San Francisco che voleva portare avanti la missione originaria dell'azienda. Così come ha attaccato il colosso di Redmond allorché ha svolto un ruolo decisivo per la reintegrazione di Sam Altman dopo l'iniziale destituzione dalla carica di CEO.
"Altman ha scelto un nuovo Consiglio di amministrazione che manca di competenze tecniche simili o di un background sostanziale nella governance dell'intelligenza artificiale, che il board precedente aveva in progettazione", si legge nella causa. "Il nuovo Consiglio è composto da membri con più esperienza nelle imprese incentrate sul profitto o in politica che nell'etica e nella governance dell'AI. Secondo quanto riferito, sono anche 'grandi fan di Altman'".
Microsoft e OpenAI: quali sviluppi dalla causa di Elon Musk
Lo scontro giudiziario tra Elon Musk da una parte e OpenAI e Microsoft dall'altra rischia di avere delle ripercussioni sia sul fronte dell'intelligenza artificiale che delle aziende che vi sono coinvolte. OpenAI ha rivoluzionato il settore quando alla fine del 2022 ha lanciato sul mercato il suo chatbot
ChatGPT.
Microsoft ha foraggiato l'attività AI con un investimento da 13 miliardi di dollari.
Contestualmente Musk utilizza l'intelligenza artificiale nella produzione delle sue auto Tesla, in particolare quelle a guida autonoma. Tuttavia, il 52enne ha espresso critiche pesanti sulla nuova tecnologia, denunciando i pericoli sulla sicurezza che uno sviluppo fuori controllo potrebbero comportare.
Dal canto suo, Microsoft si è rivelata tra le aziende più convinte nell'incorporare l'AI nella sua vasta gamma di servizi che vanno dal motore di ricerca al cloud. I guadagni in Borsa hanno fatto da cassa di risonanza del successo dell'azienda nel settore, con le azioni che negli ultimi 12 mesi hanno aumentato il loro valore di circa il 62%.
La causa avanzata da Musk arriva anche in un momento in cui l'alleanza tra OpenAI e Microsoft è in fase di revisione da parte delle autorità di regolamentazione statunitensi, europee e britanniche. La
Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha emesso mandati di comparizione nei confronti dei dirigenti di OpenAI lo scorso novembre, nell'ambito di un'indagine volta a stabilire se Altman avesse agito in maniera ingannevole nei confronti dei suoi investitori. Recentemente ha preso posizione su tutta la questione il presidente di Microsoft, Brad Smith, sottolineando che tra le due società vi è una forte partnership, ma che
Microsoft non esercita alcun controllo su OpenAI.