Gli investitori stanno accumulando posizioni sulle opzioni a 3 mesi in entrambe le direzioni relativamente al cambio
USD/JPY. Secondo i dati della
Depository Trust and Clearing Corporation (DTCC) del London Stock Exchange Group (LSEG), negli ultimi 30 giorni sono stati stipulati contratti di opzione con sottostante USD/JPY per un
valore nozionale di 1,9 miliardi di dollari per le scadenze di marzo-aprile, con prezzi di esercizio tra 133 e 152. Attualmente il dollaro USA vale circa 148 yen.
La misura dello spread tra call e put favorisce le seconde, il che significa che
i trader puntano sul rafforzamento dello yen rispetto al dollaro USA mentre i dati della statunitense
Commodity Futures Trading Commission degli Stati Uniti mostrano che, nel complesso, il mercato è ribassista sulla valuta giapponese in quanto si presta ancora perfettamente alle operazioni di carry trade, attraverso il finanziamento in yen a basso costo e l'investimento in dollari che rendono molto di più.
USD/JPY: ecco spiegato l'accumulo di opzioni
I motivi per cui si stanno accumulando le posizioni in opzioni sullo USD/JPY a 3 mesi sono fondamentalmente due. Uno riguarda il fatto che la volatilità implicita per lo stesso periodo è scesa a gennaio al minimo di oltre un mese. Ciò comporta che il costo del premio per coprirsi dal rischio di un andamento contrario del sottostante è più basso rispetto a qualche tempo fa, rendendo in questo modo l'operazione più conveniente.
L'altra ragione, che forse è la più importante, si riferisce alle
prossime riunioni primaverili della Bank of Japan. Gli investitori ritengono che la volatilità aumenti in prossimità delle date dei meeting creando movimenti bruschi del cambio USD/JPY. Questo perché la Banca centrale potrebbe prendere delle decisioni cruciali sul fronte dei tassi di interesse. L'aspettativa è che la BoJ abbandoni dopo 8 anni il regime di tassi negativi rafforzando lo yen, ma anche se dovesse sorprendere ancora una volta il mercato confermando la sua linea accomodante, ci sarebbero trambusti negli scambi valutari spingendo l'USD/JPY a un nuovo rally.
Insomma, i trader preferiscono operare con le opzioni in questo momento piuttosto che direttamente sul sottostante, vista l'incertezza, in quanto spendono relativamente poco per coprirsi e al più perderebbero solo il premio investito.
Cosa pensano gli analisti
Nell'ultima riunione della BoJ, il governatore
Kazuo Ueda ha espresso fiducia sulla sostenibilità dell'inflazione, che è rimasta al di sopra dell'obiettivo dell'autorità monetaria per oltre un anno. Il presidente ha altresì segnalato che le condizioni per eliminare gradualmente l'enorme stimolo monetario si stiano avverando, il che ha dato convinzione ai mercati che nei prossimi mesi ci sarà una svolta in senso restrittivo.
Nel complesso, anche gli analisti ritengono che nei prossimi incontri la linea della BoJ sarà diversa rispetto al passato, dando spazio alla rinascita dello yen.
"Alcuni operatori sono posizionati per un ribasso USD/JPY nei prossimi mesi, perché c'è ancora la possibilità che la BoJ si smarchi dai tassi negativi nelle riunioni di marzo o aprile", ha affermato Yujiro Goto, responsabile della strategia FX per il Giappone di Nomura. "Quindi penso che una posizione di opzione a tre mesi abbia più senso per gli speculatori rispetto alle posizioni corte in contanti su USD/JPY al momento".
Opinione simile da parte di Hirofumi Suzuki, chief FX strategist di SMBC a Tokyo. "Dall'inizio di quest'anno, è stato difficile trovare un forte trend dello yen, e penso che sempre più investitori preferiscano scommettere con le opzioni. Se la BoJ si muove, lo yen dovrebbe apprezzarsi, con il cambio USD/JPY che potrebbe scendere sotto 140", ha affermato.