Giornata da dimenticare per le
azioni Universal Music Group alla Borsa di Amsterdam che, nel corso della seduta,
sono arrivate a perdere fino al 30% prima di ridurre le perdite. Si tratta del calo più forte dalla quotazione avvenuta a settembre 2021. Le vendite sono partite a seguito della pubblicazione della trimestrale da parte della società che ha riportato una
crescita dei ricavi da abbonamenti e streaming al di sotto delle aspettative.
Il Presidente e Amministratore delegato di Universal Music, Lucian Grainge, ha sottolineato però come i ricavi siano in continua crescita e questa trimestrale lo dimostri. "La nostra struttura unica, innovativa e in continua evoluzione, ci consente di supportare i nostri artisti e cantautori con una gamma sempre più ampia di fonti di reddito, rafforzatasi da nuovi prodotti e dall'entusiasmante fase di sviluppo dei servizi di streaming", ha aggiunto.
Gli ha fatto eco Boyd Muir, direttore finanziario di Universal Music, che ha evidenziato come "i variegati flussi di ricavi, sia nei settori emergenti che in quelli consolidati", abbiano permesso alla società di "raggiungere ancora una volta una crescita dei ricavi a una cifra elevata e un incremento dell'EBITDA rettificato a due cifre in questo trimestre". Tra l'altro, Muir marca il fatto che l'azienda continuerà a investire nella crescita, nell'ambito dell'esecuzione del piano strategico a lungo termine.
Universal Music: i numeri della trimestrale
Nel secondo trimestre 2024, la più grande casa discografica del mondo ha realizzato vendite per 2,93 miliardi di euro, registrando una crescita dell'8,7%, o 9,6% a valute costanti, rispetto ai 2,70 miliardi di euro dello stesso periodo del 2023. Nel dettaglio, la gran parte delle entrate è derivata dalla sezione Recorded Music, che ha riportato vendite per 2,2 miliardi di euro, ovvero +6,8% a/a a valute costanti ma con gli analisti che cercavano un incremento a valute costanti dell'11%.; l'unità Music Publishing è cresciuta in termini di ricavi del 10,4% (a valute costanti) a 511 milioni di euro; mentre il segmento Merchandising and Other ha avuto un balzo nello stesso periodo del 43,7% a 227 milioni di euro.
Muir ha evidenziato come il rallentamento nella crescita dei ricavi pubblicitari di Spotify e YouTube siano stati alla base di gran parte delle vendite più deboli del previsto di Universal, mentre i social media sono diventate una parte sempre più importante della distribuzione della sua musica.
Con riferimento al primo semestre 2024, i ricavi complessivi dell'azienda sono ammontati a 5,53 miliardi di euro, con un progresso dell'8,8% a valute costanti su base annua. Da gennaio a giugno, Universal Music ha anche realizzato un profitto netto di 914 milioni di euro, in aumento del 48,6% a valute costanti rispetto al primo semestre 2023 di 625 milioni di euro.
Dal punto di vista finanziario, nei sei mesi il cash flow è stato negativo per 460 milioni di euro, che si confronta con un flusso di cassa libero negativo di 13 milioni di euro nel secondo quarto dello scorso anno. La società ha stabilito un dividendo di 24 centesimi di euro per azione, con un esborso complessivo di 439 milioni di euro.
Vanno comprate le azioni in Borsa?
Prima del crollo di oggi, le azioni Universal Music si muovevano nelle vicinanze del record storico di maggio 2024 a 29,49 dollari. Con la debacle odierna, il titolo si ritrova al di sotto del prezzo di apertura da quando la società è diventata pubblica nel 2021. Secondo gli analisti, il rallentamento delle vendite trimestrali finirà per avere implicazioni nelle quotazioni future.
"Sebbene la volatilità dei ricavi possa essere temporanea, ci aspettiamo che la delusione peserà sul sentiment nel breve termine", ha dichiarato l'analista di Citigroup Thomas Singlehurst in una nota ai clienti. A giudizio di Julien Roch, analista di Barclays, il motivo per cui gli investitori hanno acquistato finora le azioni è per via della "crescita a due cifre nello streaming a pagamento". Se tale crescita viene meno, "vediamo i multipli di Universal Music in calo", ha detto.