UniCredit intende salire al 30% del capitale di Commerzbank e per questo è in procinto di chiedere l'autorizzazione alla
Banca Centrale Europea. Secondo l'agenzia Bloomberg, nei prossimi giorni la banca di Piazza Gae Aulenti potrebbe presentare domanda al regolatore. Questo non implica che poi la quota sarà raggiunta o addirittura che acquisterà altre azioni dopo quelle che ha in portafoglio, spiega la fonte, l'autorizzazione serve per preparare il terreno in vista di un eventuale passo successivo.
Se dovesse però arrivare alla soglia, per la legge tedesca UniCredit è obbligata a lanciare un'offerta pubblica di acquisto dell'intero istituto. L'Amministratore delegato del colosso italiano, Andrea Orcel, ha dichiarato in questi giorni che impadronirsi di Commerzbank è un'opzione sul tavolo. "UniCredit presenterà i documenti normativi per l'autorizzazione a superare potenzialmente il 9,9% di Commerzbank, se e quando necessario", ha dichiarato l'istituto di credito nel comunicato stampa della scorsa settimana quando ha rivelato per la prima volta la sua partecipazione del 9%. Una volta ottenuto il via libera, la seconda banca italiana avrebbe tutta la flessibilità per gestire la situazione.
La palla passa ora a Francoforte, ma secondo gli esperti di mercato non dovrebbero esserci ostacoli. Quantomeno perché i vari funzionari dell'Eurotower si sono sempre espressi a favore di
aggregazioni bancarie transeuropee, in modo da risolvere il problema della frammentazione e della scarsa competitività di fronte ai colossi americani. "Un accordo soddisferebbe molti di coloro che si aspettavano fusioni transfrontaliere dagli sforzi per integrare i mercati finanziari europei come l'unione bancaria", ha dichiarato la scorsa settimana il governatore della BCE,
Christine Lagarde. Le autorità di vigilanza saranno chiamate a valutare se UniCredit sia in grado dal punto di vista finanziario di acquisire Commerzbank. Per questo analizzeranno il piano industriale che Orcel presenterà a Francoforte.
UniCredit: gli analisti vedono positiva l'operazione Commerzbank
In Germania però la situazione è rovente. A Berlino non è piaciuta la mossa a sorpresa di UniCredit della scorsa settimana, quantunque l'istituto di credito italiano avesse dichiarato che il governo da tempo sapeva delle reali intenzioni di Orcel. Lo Stato tedesco ha salvato Commerzbank dalla grande crisi del 2008 e l'ha rimessa in sesto. Ora non accetterebbe il passaggio in mani italiane. Allo stesso tempo però vuole uscire dalla banca e avrà 90 giorni di tempo - dopo il blocco per la prossima vendita - per cedere almeno una parte della quota rimasta. Il governo è ancora il primo azionista con un pacchetto del 12%, seguito però a breve distanza da UniCredit con il 9%.
I sindacati intanto in Germania preparano il fronte di guerra, perché preoccupati che l'istituto milanese possa chiudere filiali e licenziare il personale. Un'eventualità, questa, che proprio in questi giorni Orcel ha smentito nettamente. Le rassicurazioni del top manager però non sono servite all'influente sindacato tedesco Verdi, che ha ricordato come i tagli ad HVB (HypoVereinsbank) debbano servire da monito.
Gli analisti invece vedono l'operazione in chiave positiva, perché UniCredit ha già mostrato con HVB di poter tagliare i costi e rendere la banca redditizia. In quel caso si trattava di una banca più piccola, ma ciò che conta è che l'attuale "unità tedesca di UniCredit è una storia di successo", hanno sottolineato in una nota gli analisti di KBW. "A quanto pare UniCredit ha una formula che funziona e quindi potrebbe avere senso replicarla con un'altra banca tedesca", per quanto la Germania sia "un mercato bancario difficile", hanno aggiunto.
Ad ogni modo, la combinazione UniCredit-Commerzbank creerebbe un polo bancario che svetterebbe nel sistema finanziario tedesco, superando per ricavi la più grande banca del Paese, Deutsche Bank.