Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) rischia una multa di almeno 1 miliardo di dollari per la produzione di un chip finito all'interno di un processore AI (Artificial Intelligence) di Huawei.
Sulla base di quanto riferito da persone vicine alla questione, un'indagine del Dipartimento del Commercio USA avrebbe rilevato che il gigante taiwanese che produce semiconduttori a contratto avrebbe effettuato un lavoro per la società di progettazione cinese Sophgo, il cui chip corrispondeva a quello trovato in Ascend 910B, il processore di fascia alta di Huawei.
Negli ultimi anni, TSMC ha prodotto quasi tre milioni di semiconduttori corrispondenti al design ordinato da Sophgo che probabilmente sono finiti a Huawei. Quest'ultima è nella lista nera degli Stati Uniti e quindi non può ricevere beni realizzati con tecnologia statunitense, inclusa nelle apparecchiature per la produzione di TSMC.
Le fabbriche taiwanesi dunque non sono autorizzate a produrre per Huawei, mentre per le altre aziende cinesi devono ricevere una licenza statunitense. Laddove esiste il rischio che un chip possa essere dirottato verso entità facenti parte della black list, TSMC deve astenersi dalla produzione altrimenti rischia una sanzione salata.
Tuttavia, una multa di 1 miliardo di dollari o più è un evento raro. Una situazione del genere si è verificata nel 2023, quando Seagate Technology Holdings è stata colpita da una sanzione di 300 milioni di dollari nell'ambito della spedizione di dischi rigidi a Huawei per un controvalore di 1,1 miliardi di dollari. In genere, prima di applicare l'ammenda, il Dipartimento del Commercio statunitense invia una lettera di addebito all'azienda che ritiene di aver condotto un comportamento vietato. Nella missiva sono indicate le date delle presunte violazioni, il valore e le modalità di calcolo della sanzione. L'azienda ha poi 30 giorni di tempo per rispondere.
Un portavoce di TSMC ha affermato che la società si impegna a rispettare la legge e che non fornisce a Huawei alcun prodotto da metà settembre 2020. Il concetto è stato ribadito dal ministro dell'Economia taiwanese Kuo Jyh-huei, secondo cui TSMC rispetta leggi e regolamenti, mentre il ministero non ha ricevuto alcuna notifica su una possibile multa.
TSMC rischia una tassa del 100% se non investe negli Stati Uniti
Le indiscrezioni su una possibile sanzione al colosso dei chip di Taiwan arrivano in un periodo a dir poco burrascoso per via dei dazi applicati dal presidente degli Stati Uniti
Donald Trump. L'isola è stata colpita da
tariffe reciproche del 32% e ora intende rinegoziare le relazioni commerciali con il partner nordamericano.
I dazi al momento escludono i chip, anche se Trump ha detto di star esaminando prelievi persino in questo settore.
Ieri il tycoon ha affermato che TSMC si è impegnata a costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti e che se non lo fa pagherà una tassa fino al 100%. L'azienda ha in programma di investire fino a 100 miliardi di dollari per 5 nuovi impianti sul suolo americano, stando alle sue dichiarazioni del mese scorso.
Trump non ha perso occasione per criticare il suo predecessore, Joe Biden, per aver elargito una sovvenzione di 6,6 miliardi di dollari all'unità statunitense di TSMC per la produzione di semiconduttori a Phoenix, in Arizona. "Le aziende di semiconduttori non hanno bisogno di soldi", ha asserito.