TIM ha ricevuto l'offerta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per l'acquisto dell'unità di cavi sottomarini Sparkle. L'acquisizione dovrebbe riguardare tutte le azioni ma, nel caso in cui Telecom Italia volesse mantenere una quota minoritaria per un determinato periodo e si impegnasse a supportare il piano strategico, potrebbe essere negoziata una diversa opzione.
L'offerta sarà sottoposta al Consiglio di amministrazione della società di telecomunicazioni il
prossimo 7 febbraio e avrà una durata di 15 giorni. Al momento non è stato pubblicato alcun dato finanziario relativo all'operazione. Le
azioni TIM hanno iniziato i primi scambi alla Borsa di Milano segnando un rialzo dell'1,15% a 0,2820 euro.
TIM: cos'è Sparkle
Sparkle fa parte di NetCo, l'unità di TIM nata nel luglio del 2022 dalla separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa dell’azienda dai servizi. NetCo comprende la rete primaria interamente in mano a TIM, quella secondaria fornita da FiberCop (controllata per il 58% da TIM, per il 37,5% dalla società d'investimento americana KKR e per il 4,5% da Fastweb) e i cavi sottomarini gestiti da Sparkle che collegano alcuni Paesi come Stati Uniti, Italia e Israele.
Sparkle nello specifico ha in gestione più di 600 mila chilometri di rete in fibra terrestre e sottomarina in Europa, nell'area Mediterranea e nelle Americhe. Grazie ai cavi sottomarini, i flussi di dati - riguardanti anche le informazioni sensibili - possono circolare in tutto il mondo.
Perché è importante Sparkle per il governo italiano
Il governo italiano considera quella di Sparkle un'attività strategica per il Paese. A dicembre del 2023, Palazzo Chigi aveva riferito di valutare varie opzioni per assicurarsi il controllo dell'asset, in linea con la spinta ad avere più peso all'interno di aziende ritenute di fondamentale importanza nella nazione e soprattutto per mettere il veto a possibili scalate di imprese straniere.
L'interesse dell'esecutivo arriva dopo che a novembre TIM ha accettato la vendita - che dovrebbe concludersi questa estate - a KKR della rete fissa per 22 miliardi di euro, quota che le permette di abbattere il debito. Tuttavia, il Consiglio di amministrazione si è opposto all'offerta della società americana per Sparkle, prima dell'ultimo intervento dello Stato. La proposta di KKR era di 750 milioni di euro compresi gli earn out.
L'offerta del MEF si presume sia migliorativa. Anche se al momento le bocche sono cucite sulle cifre, i ben informati parlano di una somma che si aggirerebbe intorno a 850 milioni di euro, avvicinandosi alla valutazione iniziale data da TIM per Sparkle di circa 1 miliardo di euro. Sembra difficile che un eventuale accordo tra il Tesoro e il Cda dell'azienda possa naufragare, anche perché è forte il desiderio di mantenere sotto l'ombrello protettivo dello Stato un bene così importante per la sicurezza nazionale. Inoltre, anche per TIM potrebbe essere molto vantaggiosa l'operazione perché, nonostante la cessione non impatti troppo sul debito, economicamente potrebbe dare più margine per il rilancio dell'azienda.