Dopo la grande cavalcata delle azioni durante il periodo pandemico, gli investitori di Tesla probabilmente non avrebbero mai immaginato un anno così disastroso. Quest'anno il titolo in Borsa ha
più che dimezzato il suo valore raggiungendo il minimo da novembre 2020. Spiegare cosa sia successo con una motivazione sarebbe riduttivo, perché dietro la grande debacle di sono una serie di fattori. È vero che il settore tecnologico ha sofferto come non mai nel 2022 a causa del rialzo dei tassi da parte della
Federal Reserve, ma è altrettanto vero che da un'azienda come Tesla ci si sarebbe aspettata una
maggiore resilienza.
La perdurante crisi degli approvvigionamenti, il rallentamento del mercato cinese e la decisione sciagurata (per Tesla) di acquistare Twitter da parte di
Elon Musk, rappresentano solo una parte del problema. Un'altra parte è determinata dal fatto che, rispetto agli anni passati,
Tesla non è più il leader indiscusso nel settore delle auto elettriche che stacca per dispersione tutti gli altri.
Il mercato si sta facendo più concorrenziale, giocoforza i margini di profitto si assottigliano. Palo Alto deve guardarsi da alcuni colossi come BYD, che ne sta insidiando lo scettro e che già nel 2023 potrebbe scansare l'azienda californiana dal primato di maggiore produttore di veicoli elettrici (attualmente il produttore cinese è primo in classifica per quanto riguarda le auto a nuova energia, quelle elettriche e ibride).
Azioni Tesla: ecco cosa ha determinato in passato grandi vendite
Il grande interrogativo adesso è se le azioni Tesla riusciranno a riprendersi il prossimo anno, magari con il venir meno di tutti i venti contrari che hanno inciso nel 2022. Un aiuto in tal senso potrebbe venire osservando cosa abbia determinato negli ultimi anni le sottoperformance del titolo in Borsa e come le azioni si siano poi riprese. Al riguardo si possono citare 5 eventi.
Il primo si riferisce all'estate 2018, quando Elon Musk si offrì di costruire un sottomarino per aiutare una squadra di calcio rimasta intrappolata in una grotta in Thailandia. Se per qualcuno l'idea dell'Amministratore delegato di Tesla è stata definita come una trovata pubblicitaria, il titolo in Borsa in una settimana ha sottoperformato l'indice S&P500 di 5 punti percentuali. Con la presentazione degli utili del secondo trimestre di quell'anno, le azioni hanno recuperato, salendo del 16%.
Il secondo evento è accaduto lo stesso anno, poco più tardi dell'incidente thailandese. Ancora una volta protagonista è stato Elon Musk, che ha fatto sapere, naturalmente via Twitter, di
voler rendere privata Tesla a un valore che attualmente corrisponderebbe a 53 dollari per azione. La
Securities and Exchange Commission inflisse una multa di 20 milioni di dollari al CEO, ma prima le azioni sono affondate di 25 punti percentuali rispetto all'S&P 500 in sette settimane. Il sell-off si è arrestato dopo l'accordo tra Musk e la SEC sulla sanzione, e il titolo ha recuperato le perdite nelle cinque settimane successive.
Il terzo evento riguarda l'inizio del 2021, allorché Tesla annunciò
l'investimento in Bitcoin per 1,5 miliardi di dollari. Gli investitori non apprezzarono la decisione di investire in un asset così volatile e rischioso. Così il titolo sottoperformò il principale listino americano fino a oltre il 30% in 16 settimane, prima di recuperare il divario in 20 settimane grazie nel frattempo al miglioramento delle stime degli utili dell'azienda da parte degli analisti di Wall Street.
Il quarto evento ha avuto luogo verso la fine del 2021, quando Musk ha pubblicato un sondaggio su Twitter chiedendo se doveva vendere le azioni per pagare le tasse sulle plusvalenze non realizzate. L'esito del sondaggio fu per il sì e il ricco imprenditore cominciò a vendere. Si tratta di un'operazione che viene sempre vista in maniera negativa dal mercato, perché segnala come i dirigenti si aspettino un peggioramento della situazione. La conseguenza infatti è stata che le azioni hanno fatto peggio del benchmark USA di 20 punti percentuali per un periodo di sei settimane, fino a quando cioè Musk ha terminato la vendita del titolo.
L'ultimo evento è vicino ai giorni nostri e si riferisce all'acquisto di Twitter da parte di Elon Musk per 44 miliardi di dollari. Per finanziare l'operazione, il 51enne sudafricano ha dovuto vendere parte del suo pacchetto azionario di Tesla. Inoltre, dall'acquisizione ha passato la maggior parte del tempo a cercare la soluzione ai molteplici problemi che affliggono il social network. Da allora le azioni Tesla hanno sottoperformato l'S&P 500 del 30%. Il punto qui è che non si sa quando la discesa potrà arrestarsi.